Indossare un quadro e attraversare i saloni di un palazzo ottocentesco in punta di piedi, circondati da arazzi e candelabri d’ottone. Non è una visione onirica da amanti d’arte, bensì ciò che accade grazie alle creazioni del brand di prêt-à-porter Tychemos.
Nato dall’incontro fra l’imprenditore bresciano Stefano Sorlini e il direttore creativo Daniele Calcaterra, Tychemos (dal greco “tyche”, ovvero sorte, disegno divino) si evolve dalla volontà di far confluire insieme arte pittorica e arte sartoriale.
La collezione privata della famiglia Sorlini, che comprende opere veneto-lombarde dal XIV al XVIII secolo, diviene così oggetto e materia del disegno di moda. L’obiettivo ultimo? Una celebrazione di cultura ed eccellenza puramente made in Italy, da far entrare nei guardaroba delle donne di tutto il mondo.
Cappotti double face, gonne a ruota plissettate in pelle, maxi abiti e stole di pelliccia: sono solo alcuni dei pezzi che compongono il quadro (ed è proprio il caso di dirlo) della collezione autunno inverno 2016/2017, presentata da poco in occasione di Milano Moda Donna.
A rendere unici abiti e accessori sono le stampe Kaleido: quadri come “Capriccio con rovine e statue” di Marco Ricci, “Offerta a Pan” di Gian Antonio Pellegrini e “Leda e il cigno” del Padovanino vengono frammentati e impressi sui tessuti dopo aver attraversato un vero e proprio caleidoscopio.
Dettagli di una cornice, particelle di un paesaggio, barlumi di pennellate: sono tutti elementi che si sdoppiano e specchiano su pantaloni voluminosi, gonne a matita e tute in viscosa fluida. Semplicità e contemporaneità delle linee non offuscano i temi pittorici e mettono in risalto tessuti e materiali come cachemire e nappa, camoscio e lana, seta e organza.
E per chi volesse andare alla sorgente di queste opere peculiari, la famiglia Sorlini apre le porte della propria collezione a Calvagese Riviera, sulle sponde del Lago di Garda. Giovanni Bellini, Jacopo Tintoretto, Gian Antonio e Francesco Guardi, Gian Battista e Gian Domenico Tiepolo: sono solo alcuni degli artisti che accolgono i visitatori della Fondazione Sorlini. Per una passeggiata nell’arte, che celebra l’arte stessa.
di Martina Faralli