Van Dyck: il “pittore di corte” in mostra a Torino
“Il mio miglior allievo”: così il grande maestro Peter Paul Rubens definì il compatriota Antoon Van Dyck (1599-1641), uno dei ritrattisti più importanti del Seicento che la città di Torino omaggerà con una splendida mostra che si terrà alla Galleria Sabauda dal 16 novembre 2018 fino al 3 marzo 2019.
Una fantastica raccolta di 100 opere divise in 4 sezioni provenienti dai più importanti musei, accompagnate dai dipinti già presenti nella collezione delle Gallerie Reali. Il tutto volto a manifestare al pubblico il grande talento del pittore fiammingo, cercando di evidenziare la fittissima rete di rapporti di committenza che Van Dyck ebbe con le élite più eminenti dell’Europa del suo tempo. Van Dyck, infatti, dopo essersi inizialmente cimentato con opere di carattere religioso e mitologico, si dedicò quasi esclusivamente alla magnifica arte del ritratto, a cui diede un contributo straordinario e apportò sensibili modifiche non prive di continuatori.
Van Dyck: il maestro fiammingo
La sua pennellata, morbida ed elegante, unita alla sua eloquenza signorile e raffinata gli permisero di realizzare ritratti per personaggi illustri quali Carlo I d’Inghilterra (di cui fu il pittore ufficiale), i reali di Savoia e i ricchissimi nobili genovesi, le cui rappresentazioni appaiono sempre psicologicamente coerenti anche se celebrative. Il maestro fiammingo, come ogni intellettuale Seicentesco che si rispetti, compì moltissimi viaggi in Italia, rimanendo rapito dalle bellezze naturali e conquistato dalle tele di grandissimi pittori; soprattutto per Tiziano professava un amore e un’ammirazione incondizionata.
Una vita a regola d’arte
“Grande per la Fiandra era la fama di Pietro Paolo Rubens, quando in Anversa nella sua scuola sollevossi un giovinetto portato da così nobile generosità di costumi e da così bello spirito nella pittura che ben diede segno d’illustrarla ed accrescerle splendore”, così lo storico dell’arte Giovan Pietro Bellori descrisse Antoon Van Dyck, un giovane pittore molto promettente, dotato di grande charme, destinato ad un futuro luminoso (come i suoi colori) nelle più sfavillanti corti Seicentesche. Una vita trascorsa a dipingere dame, re, nobili e cavalieri: un vero “pittore di corte”.
di Alessandra Baio