Uno sguardo dove il rapporto con la natura é più profondo ed autentico.
La celebrazione della vita dei campi, con le sue fatiche e le sue gioie: questo é il filo conduttore che lega fra loro le diverse opere in esposizione al Palazzo Reale di Milano, dove per gentile concessione di collezioni private e di numerosi musei saranno riuniti dal 18 Ottobre all’8 Marzo oltre cinquanta capolavori dell’artista.
Forse volta anche a sensibilizzare il pubblico in merito a tematiche quali il cibo e l’ambiente, la mostra introduce quanto sarà oggetto dell’ Esposizione Universale 2015, dal titolo “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”.
Da sempre Van Gogh nutrì grande interesse per il mondo agreste e per il carattere rustico e dimesso della vita contadina, così differente rispetto alla realtà urbana: solo qui le cose parevano assumere pieno significato, la vita stessa acquisiva maggiore concretezza e spessore.
Dell’ambiente rurale egli aveva una considerazione quasi sacra, vi vedeva il punto di massima congiunzione fra l’essere umano e la natura circostante: qui, infatti, genti pure ed umili vivevano in diretto rapporto con i frutti della terra che duramente lavoravano.
Spesso riflesso di un’inquieta e tormentata individualità, i paesaggi campestri da lui ritratti assumono anche il ruolo di “specchio dell’ anima”, permettendoci di arrivare a comprendere, o per lo meno a percepire, quale tremenda angoscia esistenziale si agitasse nell’interiorità del genio olandese.
di (Deborah Maggiolo)