Vincent van Gogh. Pittore colto esplora e sottolinea la grande cultura artistica e letteraria del maestro olandese attraverso la sua storia, le sue opere e le sue passioni. Un percorso immersivo in mostra dal 21 settembre 2023 al 28 gennaio 2024 al MUDEC di Milano.
Vincent van Gogh. Pittore colto: un tuffo nelle profondità del maestro olandese
Quanti stereotipi e false credenze circondano la figura di Vincent van Gogh? Tanti, forse troppi. Uno dei titani dell’arte degli ultimi due secoli è infatti spesso ricordato come un autodidatta senza grandi appigli culturali, immerso nell’infelicità dovuta alla malattia mentale. Ma la realtà dei fatti è ben diversa. Vincent van Gogh. Pittore colto è la mostra che permette al pubblico di conoscere da vicino quanto fosse variegato il mondo culturale di van Gogh e quanto egli stesso fosse un uomo impegnato a comprendere la società e l’arte del suo tempo.
Aperta al MUDEC (Museo delle Culture) di Milano dal 21 settembre 2023 al 28 gennaio 2024 e curata da Francesco Poli con Mariella Guzzoni e Aurora Canepari, la mostra segue sia un ordine tematico che cronologico, avvolgendo gli spettatori nel mondo di van Gogh. L’itinerario è accompagnato da oltre 40 opere dell’autore provenienti dal Museo Kröller-Müller di Otterlo, Paesi Bassi, insieme a numerosi libri, stampe e altri materiali che hanno ispirato van Gogh nel suo percorso artistico e sociale.
Dagli studi di teste e figure per I mangiatori di patate al Ritratto di Joseph-Michel Ginoux del periodo di Arles (1888-89), dai bucolici La vigna verde e Covone sotto un cielo nuvoloso ai paesaggi disegnati durante l’internamento, da lui stesso voluto, all’ospedale di Saint-Rémy (1889-90), i dipinti di van Gogh si accompagnano ai temi a lui più cari durante i suoi spostamenti dai Paesi Bassi alla Francia. Di fronte al pubblico si apre la figura di un uomo tutt’altro che outsider o poco istruito, bensì calato nel tessuto sociale e appassionato dei movimenti e delle evoluzioni della propria epoca.
I tre temi fondamentali del Pittore colto
Le due tematiche prominenti della mostra sono senza dubbio l’amore di van Gogh per i libri e la sua fascinazione per il Giappone. Nel primo caso, le opere del pittore vengono presentate in dialogo con oltre 30 edizioni originali di libri e riviste d’arte fra cui spiccano The Christmas Books di Charles Dickens e L’Assommoir di Émile Zola. Proprio Zola, padre del naturalismo francese, divenne uno dei preferiti di van Gogh, mentre Dickens gli fornì ispirazione sia per comprendere le implicazioni sociali della povertà che per affinare le proprie tecniche di illustrazione.
Per quanto riguarda il fenomeno del Giapponismo, che van Gogh incontrò in maniera prominente durante i suoi anni parigini, il maestro fu sia collezionista di stampe giapponesi che grande appassionato dello stile stesso, il quale percolò anche all’interno della sua produzione artistica. Su questo tema, la mostra ospita stampe e xilografie originali di autori come Hiroshige e Hokusai provenienti dal Museo Chiossone di Genova, insieme a quattro opere di Utagawa Hiroshige, Katsukawa Shunsen e Taki Katei ed al famoso volume illustrato Cento vedute del Monte Fuji di Hokusai.
Un terzo fil rouge che si dipana lungo il percorso espositivo è la relazione fra van Gogh e Jean-François Millet, pittore fra i più grandi esponenti del Realismo e maestro dell’olandese. Fu proprio ammirando opere di Millet come Zappatori e Il seminatore e comprendendone la filosofia antistante, in un continuo accostamento fra natura e religione e fra umiltà contadina e presenza divina, che van Gogh abbracciò la sua vocazione di pittore, vivendo se stesso come un “seminatore di verità” attraverso l’arte.