Darsi le arie è molto chic – Il ventaglio della Maison Duvelleroy

 

Il ventaglio da semplice oggetto è diventato uno status symbol. A lui, Parigi e la Maison Duvelleroy hanno dedicato un’intera esposizione che terminerà il 31 luglio, presso la biblioteca del Museo delle arti decorative. L’epoca, la storia e il contesto hanno avuto un ruolo determinante. Un’allure che il ventaglio mantiene ancora oggi e che poche possono permettersi di indossare senza cadere in un cliché.

In questa biblioteca parigina si colloca una ricca iconografia sugli accessori di costume di ogni periodo storico, tra cui il ventaglio. Passato e presente qui si fondono. Da un regale ventaglio del 1890 in tulle dorato e nastri di seta, pietre preziose e taffetà bianco, a quelli pubblicitari del 1900 per grandi hotel e ristoranti parigini, a quelli di Louis Vuitton del 2011 sfoggiati in passerella.

La Maison Duvelleroy nasce nel 1827 e da sempre rappresenta la storia creativa e la qualità artigianale dell’oggetto ventaglio, quale complemento d’abito lussuoso, sfizioso, regale, antico o contemporaneo. Nel 2010 Eloise Gilles e Raphaelle de Panafieu si sono unite all’erede della Maison, Michel Maignan, e insieme hanno riportato alla ribalta il brand storico. Da qui attraverso le citazioni del passato – tessuti preziosi, piume, dentelle e perle -, si rende contemporaneo il ventaglio: un dettaglio che fa la differenza su una donna. Il ventaglio nasce da un sogno, quello di confidarsi alle mani di una donna. La mostra espone alcuni modelli delle collezioni Duvelleroy, presenti solo in una trentina di negozi di alta moda, attentamente selezionati, tra cui Colette, Bon Marché, a ParigiBergdorf Goodman, a New York.

Se si cerca una definizione di ventaglio, la più semplice è quella che ne analizza la funzionalità: strumento portatile che, se agitato verso il viso della persona che lo utilizza, crea spostamenti d’aria piacevoli e rinfrescanti. Chiunque sa cosa sia e a cosa serva… E chiunque avrà, nell’arco della sua vita, posseduto (almeno in eredità) un ventaglio. Meno note invece l’origine e la forza simbolica che lo caratterizzano.

Nato nell’Antico Egitto,  ereditato da Greci, Etruschi e Antichi Romani come oggetto domestico, reinventato completamente dai Cinesi, è nel XV secolo che inizia a delinearsi un chiaro e definito simbolismo di tale oggetto, in particolare con il suo arrivo in Occidente. Infatti, arrivato in Europa, ha catturato immediatamente l’attenzione di molte donne aristocratiche che, da subito, hanno iniziato a utilizzarlo come accessorio, sempre rigorosamente abbinato ai loro maestosi abiti.

Nomi come la Regina Carlotta Mecklemburg-Strelitz (1744-1818, moglie di Giorgio III d’Inghilterra), Eugenia de Montijo (1826-1920, ultima sovrana di Francia e moglie di Napoleone III alla corte reale di Danimarca), la Regina Margherita di Savoia (1851-1926) ed Elisabetta di Baviera (1837-1898, Imperatrice d’Austria più nota come Sissi) hanno innalzato il ventaglio a  vero e proprio accessorio di corte, affidandogli il compito di delineare una ristretta cerchia di personaggi illustri.

Proprio in questo periodo, in cui pudore e perbenismo erano ai massimi storici, il ventaglio assunse su di sé una responsabilità di non poco conto: si codificò negli anni un vero e proprio silenzioso “linguaggio del ventaglio” che riusciva a esprimere sentimenti e stati d’animo. Alcuni esempi? Con il manico appoggiato alle labbra esprimeva il desiderio di un bacio; per farsi seguire bastava poggiare il ventaglio di fronte al volto, tenendolo nella mano destra, mentre la stessa posizione, ma tenuto dalla mano sinistra, esprimeva il desiderio di conoscere l’interessato.

Il ventaglio serviva anche per esprimere in questo codice condiviso i sentimenti. L’odio si rappresentava tracciando linee sulla mano con il ventaglio chiuso; l’amore invece veniva espresso passando il ventaglio sulla guancia.

Con l’avvento del cinema, il ruolo chiave del ventaglio a corte è stato ulteriormente esaltato. “Marie Antoinette”, di Sofia Coppola, ma anche “Il ventaglio di Lady Windermere” di Ernst Lubitsch, basato sull’omonima commedia di Oscar Wilde, rendono questo semplice oggetto, centrale, protagonista, carico di simbologie e appannaggio del solo mondo regale.

Ancora oggi i ventagli sono considerati oggetti dal forte valore, non solo simbolico, ma decorativo, e sono spesso utilizzati nell’haute Couture da grandi stilisti, come appunto Louis Vuitton che ha rievocato l’aristocratico oggetto delle principesse dell’Ottocento adattandolo alla modernità di uno stile elegante e raffinato.

Il ventaglio della Maison Duvelleroy è decisamente très chic!

 

(di Giulia Girelli)

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