La sessantaduesima edizione del David di Donatello, “la grande festa del cinema italiano”, come lo ha definito il presentatore Carlo Conti nel corso della serata, si è svolta all’insegna delle donne, sull’onda degli emozionanti discorsi delle tante attrici firmatarie del manifesto del Dissenso Comune, risposta italiana al Me Too hollywoodiano.
Tra le donne leader del movimento spicca Paola Cortellesi, che ha aperto la serata con toccanti parole volte a mostrare la differenza semantica che assumono alcuni vocaboli quando vengono declinati al femminile. «Però per fortuna sono soltanto parole. Certo, se le parole fossero la traduzione dei pensieri, a quel punto allora sarebbe grave», afferma.
E tante sono state le donne premiate nel corso della serata, a cominciare proprio da Jasmine Trinca, vincitrice della statuetta come Miglior Attrice per Fortunata di Sergio Castellitto, che ha ringraziato la madre “per il suo modello di donna non stereotipata” e dedicato il premio alla figlia Elsa, per la quale sono state spese le ultime parole prima di scendere dal palco: «Sii forte, libera e coraggiosa, bella di mamma».
Grande emozione per Claudia Gerini, premiata come Miglior Attrice Non Protagonista per il ruolo nel film Ammore e Malavita, ma anche per i Manetti Bros, i registi di questo pluripremiato musical che si è aggiudicato Miglior Film, Miglior Attrice Non Protagonista e i due premi musicali. I due fratelli romani, saliti sul palco con gli occhi lucidi di commozione, hanno voluto dedicare questo film “alle nostre mogli, ai nostri figli, a nostra mamma e a tutta la nostra grande famiglia cinematografica”.
E il trionfo delle donne va avanti: Susanna Nicchiarelli vince quattro David per Nico, 1988, manifesto di una femminilità audace e anticonformista. Steven Spielberg, premiato con il David alla Carriera, ricorda come Lina Wertmüller sia stata la prima donna mai candidata come Miglior Regista agli Oscar. Donato Carrisi, premiato come Miglior Regista Esordiente per La ragazza nella nebbia, sottolinea come senza le donne non esisterebbero le storie. Dulcis in fundo, premiate col David Speciale Stefania Sandrelli e Diane Keaton, che ha cantato Three Coins in the Fountain a cappella e, audacemente, non ha mancato di ricordare e ringraziare Woody Allen, “senza il quale non sarei qui con voi oggi”.
di Francesca Trivella