Concerto per la Siria a Milano
Il Natale si avvicina e con esso le luci nelle città, gli addobbi nelle case, i primi regali da spacchettare. Un’atmosfera magica che rapisce tutti, dai più grandi ai più piccini, che ti strappa un sorriso e ti scalda il cuore; quell’atmosfera che tutti avremmo il diritto di vivere. Ma ben sappiamo che così non è, e che al contrario, dall’altra parte del mondo, nel Medio Oriente, il Natale non esiste e quei grandi e quei piccini abbandonano le proprie case per fuggire da una guerra che non conosce tregua continuando, dal 2011, a provocare vittime. Ed è proprio nel periodo più “buono” dell’anno che tutte le agenzie delle Nazioni Unite organizzano eventi di raccolta fondi per aiutare il Paese mediorientale, puntando sulla sensibilizzazione di tutti noi.
Quando e dove
Il 28 novembre alle 19.30 si terrà al teatro Franco Parenti di Milano l’evento “Christmas lights: Concerto per la Siria”, organizzato come ogni anno dall’Agenzia ONU per i rifugiati (UNCHR) per finanziare il piano di assistenza per l’inverno 2018/19 finalizzato ad aiutare circa 2 milioni e mezzo di rifugiati e sfollati siriani, tra cui donne bambini e anziani. Ad esibirsi saranno l’Orchestra Milano Classica, alcuni solisti e il Damascus String Quin Quiet, un quintetto d’archi composto da musicisti siriani rifugiati in diversi paesi europei, fra cui l’Italia. A guidare l’orchestra sarà la giovane Beatrice Venezi, accompagnata dal direttore e compositore siriano Nahel Al Halabi, in un programma senza precedenti in cui si fonderanno la tradizione musicale siriana e quella classica italiana. I fondi verranno raccolti tramite la vendita dei biglietti, acquistabili nella sezione dedicata all’evento sul sito internet dell’unchr.
La musica per riaccendere la speranza
La musica. La musica per salvare delle vite, l’intreccio della tradizione musicale siriana con quella italiana per lanciare un messaggio di fratellanza e di unione, che mai dovremmo dimenticare. La musica per raccontare le vittime di una delle più grandi e durature crisi umanitarie del mondo; per raccontare la sofferenza di uomini, donne e bambini costretti a fuggire dalle proprie case e vittime, talvolta di atrocità indicibili. Ma, la musica, anche per raccontare il coraggio di chi è riuscito a riprendersi la propria vita; per mandare un messaggio di accoglienza e di benvenuto in Italia e in Europa a chi, dopo giorni in mare, arriva nella nostra terra con la speranza di ricominciare!
di Amalia Malagrinò