Dove finiscono gli abiti usati? Come si può dare vita nuova agli abiti ed ai tessuti di recupero realizzando prodotti fashion di elevato livello qualitativo, esclusivi, a impatto eco-sostenibile e all’ultima moda? Dopo il successo di “Fashion-in Paper” (2010 e 2011) incentrato sulla carta, apre “Fashion-in Fiber recovery”, che porta l’attenzione su un elemento che più di ogni altro coinvolge il nostro quotidiano: il tessuto.
Promossa da Provincia di Milano in collaborazione con Triennale di Milano e Afol di Milano, è curata da Bianca Cappello. Più di 100 creazioni realizzate dagli studenti delle migliori accademie e università italiane, specchio del Made in Italy di nuova generazione, che si potranno ammirare a partire dal 19 al 30 settembre. Ecco dunque abiti realizzati con collant riempiti di ovatta, bracciali in cotone e tulle, pantaloni ottenuti con centrini cuciti e assemblati, solo per citare alcuni esempi in anteprima.
L’esposizione rappresenta un progetto etico, didattico e culturale che ruota attorno alle materie prime secondarie e alla creatività progettuale e manuale in previsione dell’Expo del 2015. Essa raggruppa una serie di realizzazioni tra gioielli, vestiti e prodotti di design che hanno in comune il fatto di essere rializzati a partire da materiali di recupero. E’ così che un maglione dismesso diventa un abito e gli scarti dei più svariati materiali possono dar vita a un esuberante cappello multicolor o a una parure in plissé. Le creazioni resteranno in esposizione dal 19 al 30 settembre.
La curatrice della mostra, Bianca Cappello, si è concessa a noi, e…
Come nasce l’idea della mostra?
Questa iniziativa c’è da tre anni e ogni anno cambiamo il tipo di materiale. Quest’anno la mostra è sulla fibra tessile di recupero o di scarto. L’idea è di creare consapevolezza intorno ai materiali partendo dai luoghi della formazione e, attraverso le creazioni degli studenti, che sono i talenti di domani, arrivare a coinvolgere il grande pubblico che, rimanendo affascinato da come le materie prime secondarie vengono riutilizzate, può capire come esse siano delle fonti che devono avere una prosecuzione nel riciclo.
Come sono state selezionate le realizzazioni?
Prima di tutto va detto che le scuole decidono liberamente di aggregarsi al progetto. C’è una prima selezione fatta dagli istituti stessi, poi viene fatta un’ulteriore cernita in modo da avere 30-40 abiti, 30-40 gioielli e 30-40 accessori. Un’ulteriore selezione di opere che non sono esposte dal vivo viene comunque proposta in gigantografie di 1×2 metri.
Gli abiti saranno poi messi in vendita?
Non si richiede agli studenti di progettare prodotti per la vendita; ciò non significa che alcuni non siano perfetti prototipi, pronti per una produzione effettiva; altri, invece, sono da considerarsi vere e proprie opere d’arte e quindi non riproducibili in serie, industrialmente. È possibile per tutto il 2012/2013 votare on-line la realizzazione preferita e in questo modo incentivare la soddisfazione degli studenti. Lo scorso anno i primi 8 in classifica hanno ricevuto dei corsi specializzazione, o un sito internet, o ancora un book portfoli, ideale per presentarsi a un colloquio di lavoro.
Si può parlare di moda etica?
Io non mi azzardo, anche se rientriamo in quest’ambito. Gli studenti coinvolti vengono invitati a riflettere sull’utilizzo di materiali di recupero e sul fatto che spesso il buono è anche bello. Adriana Santanocito, una studentessa di Afol Moda, ad esempio, che ha partecipato alle scorse edizioni, ha continuato sulla strada dell’eco-sostenibilità e ha brevettato un tessuto a partire dalle fibre degli agrumi, mentre altre studentesse dell’Accademia di Belle Arti di Firenze hanno aperto un loro canale di produzione e di vendita di gioielli in carta “LerenieS”. Agendo sulla formazione cerchiamo di far capire come sia importante avere consapevolezza dell’origine dei materiali. La terra è un sistema finito e quella dell’etica e dell’eco-sostenibilità è diventata una via obbligata.
Informazioni
La Triennale di Milano – Palazzo dell’Arte
Dal 19/09/2012 al 30/09/2012
Mar-Mer: 10:30-20:30
Gio: 10:30-23:00
Ven-Dom: 10:30-20:30
(di Monica Giambersio)