Il Teatro La Scala presenta con una nuova e grande produzione la celebre favola di Perrault dopo dieci anni di assenza dal palco scaligero. Le brillanti coreografie sono di Mauro Bigonzetti, che dopo Rudolf Nureyev, rilegge con la sua personale cifra stilistica la maestosa partitura musicale appartenente al celebre compositore Sergej Prokof’ev per evocare l’incanto della fiaba.
Il Teatro apre la stagione 2015/2016 e il balletto, in cartellone dal 19 dicembre al 15 gennaio con dodici recite, del quale una dedicata alla notte di Capodanno, è ricco di eleganza, d’ironia e di mistero.
Uno spettacolo di III atti in equilibrio tra classico e moderno che mantiene alta l’attenzione durante tutta la sua durata grazie al tono divertente e alla straordinaria tecnica degli artisti che conquistano lo spettatore.
La sinfonia è accesa di colori e tramite l’orchestra, diretta dal maestro russo Michail Jurowski, svela con i timbri e le tonalità la chiave di lettura dei contenuti della favola, distillati e trasposti con naturalezza e realismo dalla partitura musicale ai corpi dei ballerini, che con i loro movimenti energici e armoniosi, danzano all’interno di uno spazio allestito solo da video-immagini strutturate come vere scenografie.
Mauro Bigonzetti, uno dei coreografi più richiesti nell’ambiente della danza internazionale, fa scaturire dalla sua fantasia una visione di Cinderella che incarna il vocabolario della danza classica in una prospettiva dinamica che ha richiesto ore e ore di prove in sala per montare passi a due e assolo, caratterizzati da intrecci di corpi, punte canoniche, salti decisi e linee ricercate.
Un lavoro dedicato alla compagnia con sentimento, dove ogni ballerino, nell’ensemble del Corpo di Ballo, esegue passi e sequenze plasmati dalle confidenziali intuizioni del coreografo per ogni singola personalità, dove sulla linea del ritmo, emerge con purezza il concetto d’interpretazione, di espressività e di corporeità scultorea, evidenziate dal minimalismo scenico.
L’immaginario fiabesco è rappresentato dalle scene e dall’illuminotecnica di Carlo Cerri, che insieme ai video designers Alessandro Grisendi e Marco Noviello, progettano tecnologiche proiezioni 3D dai tratti fantasy e leggermente ombrosi, come ad esempio nella scena del focolare, simbolo della trasformazione consapevole di Cinderella. Sono la cornice che suggestiona l’occhio dello spettatore in un palco spoglio e senza oggetti di scena, eccetto un bicchiere, dove solo i costumi assumono connotazioni storiche.
Maurizio Millenotti, costumista famoso che ha collaborato con i maestri della regia cinematografica e teatrale Fellini, Zeffirelli, Ronconi e altri, disegna i figurini e realizza con la sartoria costumi voluminosi dalle strutture a panier di fine Settecento Ottocento.
Sono creazioni elaborate, surreali dai tessuti nebulosi come l’abito straccio di Cenerentola oppure con cromatismi che evocano la poesia della natura tra i colori pastello e ambrati dei tutù delle fate delle stagioni, con ricami di solidi intrecci di fili, di applicazioni di spighe di grano, di nastri dorati, di foglie e d’intarsi di fiori e di lunghe piume; ma ci sono anche costumi più opulenti e barocchi che richiamano il tapestry con accostamenti di tessuti damascati o lamé, geometrie, profili accesi e cuciture in evidenza.
Fra le particolarità, al posto della nota scarpetta di cristallo, allo scoccare della mezzanotte Cinderella perde un abito color ibisco magenta, uno dei pochi cambiamenti della drammaturgia, che evidenzia la questione del corpo e dell’involucro e connota di contemporaneità la trama.
Noi di GiltMagazine, presenti in un’atmosfera serena e di respiro internazionale alla serata del 30 dicembre, abbiamo vissuto la magia del teatro nelle esibizioni della ballerina Virna Toppi nelle vesti di una Cenerentola semplice e fluida e del nobile Principe Jacopo Tissi al posto dell’étoile Roberto Bolle, che ci hanno ammaliato nei romantici pas des deux.
Le sorellastre, Arabella e Araminta, le ballerine Alessandra Vassallo e Chiara Fiandra, insieme alla matrigna Stefania Ballone, ci hanno sorpreso per una danza in contrasto con la velata malinconia di Cinderella, perché meccanica e pantomima, amplificata da acconciature rigonfie, gorgiere e da un costume trino costruito in una struttura di ferro unica, che tiene insieme in modo ossessivo i tre caratteri prepotenti, legando anche i loro spostamenti nel palco.
Fra gli altri personaggi di questo universo fiabesco la fata madrina Vittoria Valerio in azzurro e le fate delle stagioni Marta Gerani, Gaia Andreanò, Maria Celeste Losa e Denise Gazzo, che hanno danzato insieme agli amici del principe Marco Messina, Valerio Lunadei, Angelo Greco, Matteo Gavazzi tutti vestiti con rigorosi stivali alti, pantaloni equestri e gilet semi corazzati.
Di Cristina Rizzi
Fotografia: Brescia e Amisano, cortesia Teatro La Scala
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