Who is Barbie?
La bambola più iconica al mondo in mostra al MUDEC di Milano fino a marzo 2016
È la più bionda. La più giovane. La più trendy. La più ammirata, imitata, idolatrata, adorata in ogni angolo del mondo. Il suo corpo statuario, unito a occhi declinati in tutte le sfumature del blu e capelli così biondi da essere diventati un’autentica leggenda, l’hanno resa una vera e propria icona di stile. Nata il 9 marzo 1959, per l’anagrafe lei è Barbara Millicent Robert, ma per tutte le bambine del mondo, lei è solo Barbie.
“Barbie. The Icon”: il titolo scelto per la mostra che, dal 28 ottobre 2015 al 13 marzo 2016, nei saloni del Museo delle Culture MUDEC di Milano, racconterà la storia di questa incredibile bambola-mito, non poteva essere più adatto. Perché Barbie non è, e non sarà mai, solo una semplice bambola. Barbie è stata amica, confidente, compagna di ognuna di noi. È stata la nostra prima maestra di moda (come dimenticare tutti i suoi abiti, le sue scarpe, i suoi accessori?), la nostra guida e la nostra ispirazione quando, bambine, ancora eravamo indecise se tentare la carriera di maestra, o forse di ballerina, ma anche di astronauta o di dottoressa. Lei era lì, con il suo viso sempre sorridente, le sue gambe lunghissime che aspettavano solo di essere vestite con i più bei capi del suo fornitissimo guardaroba (quasi più del nostro!) e i suoi favolosi capelli biondi pronti a subire qualsiasi trasformazione.
150 carriere interpretate, 50 nazionalità diverse rappresentate e più di 1 miliardo di abiti indossati, per un totale di 980 milioni di metri di stoffa, in 56 anni di vita: ecco i numeri del fenomeno Barbie. Una bambola che ha raccontato una storia diversa e tutta nuova a quelle che donne un giorno lo sarebbero diventate: una storia fatta di mille carriere, sogni e possibilità. Una bambola che ha svelato al mondo cosa vuol dire “vivere in rosa shocking”, tanto da inventare la sfumatura “Rosa Barbie”.
L’hanno accusata di aver creato un modello irraggiungibile, fatto di una bellezza finta, di plastica, non autentica. Una bellezza “da bambola”. Ma lei è ancora lì, amata da innumerevoli generazioni di bambine e di “bambine cresciute”. L’abbiamo vestita con le amiche, con le nostre sorelle più grandi, a volte anche con le nostre mamme. Ma insieme a noi l’hanno vestita designer e stilisti di tutto il mondo, per celebrare una donna unica che è stata tutte noi.
di Martina Porzio