Drammaturgo e regista acclamato sulla scena internazionale, Calderón si confronta per la prima volta con un allestimento in lingua italiana, portando il suo tocco visionario su un classico shakespeariano. La pièce non è una semplice rivisitazione, ma un viaggio nel lato più oscuro dell’ambizione, dove il confine tra arte e realtà si assottiglia fino a dissolversi.
Quando il teatro diventa specchio della vita
Il protagonista di questa storia è un attore che, dopo anni di ruoli secondari, ottiene finalmente la parte della sua vita: Riccardo III. Ma mentre si immerge nel personaggio, il confine tra la sua realtà e quella del crudele sovrano di York diventa sempre più sfocato. Ambizione, sete di potere e rabbia repressa emergono con una forza devastante, trasformando il palco in un’arena di conflitti interiori e pulsioni primordiali.
Calderón, con la sua drammaturgia tagliente e contemporanea, ci costringe a chiederci: quanto di Riccardo III vive ancora dentro di noi? E quanto siamo disposti a sacrificare per il successo?
Francesco Montanari: un protagonista in stato di grazia
Volto amato del teatro e della televisione, Francesco Montanari si misura con un ruolo intenso e stratificato, dando vita a un personaggio in bilico tra genialità e follia. Il suo monologo diventa un duello interiore, un’escalation di tensione che incolla lo spettatore alla poltrona.
Un esperimento teatrale potente, che rende omaggio a Shakespeare con uno sguardo nuovo e tagliente, facendo emergere il teatro come spazio di verità e illusione, passione e dannazione.
Un’esperienza teatrale che promette di lasciare il segno. Siete pronti a guardare il cinghiale negli occhi?