Ci sono ruote che non smetteranno mai di affascinare e che sono destinate ad entrare nella “Walk of fame” della storia. Che il fenomeno del vintage sia ad oggi vera e propria moda, è noto a tutti: 50 mila visitatori hanno preso parte all’Edizione 2016 di Milano Autoclassica, portando il passato nel presente attraverso tecnologia e social networks, condividendo hashtags ed emozioni.
La magica atmosfera di Milano AutoClassica ha attirato anche tanti VIP, Carlo Cracco ed Enrico Brignano per citarne alcuni ma le vere protagoniste sono state le 1500 vetture esposte: Abarth, Alfa Romeo, Aston Martin, Bentley, Fiat, Jaguar, Lamborghini, Lotus, Maserati, McClaren, Mercedes Benz, Porsche.
Modelli iconici che hanno regalato tachicardie e tuffi nostalgici nel passato, quando ancora erano i grandi cambiamenti a dettare il trend positivo. 130 anni per Mercedes – Benz, anniversario che segna l’invenzione dell’automobile da parte di Carl Benz nell’oramai preistorico 1886: dalla intramontabile 300 SL “ali di gabbiano” fino alla neonata “Smart fortwo cabrio”.
Porsche ha invece schierato la 964 Carrera RS del 1992, la 911 Targa del ’69 e la 356C Cabrio del ’64. Lo storico brand inglese Bentley ha scelto di dare una prospettiva futuristica con Bentayga, il primo crossover con cui reinventa il concetto di Suv. Jaguar, casa del ruggente giaguaro britannico, ha svelato i capolavori della sua storia: una F-Type Coupè S 3.0 a 380 CV – regina di sportività e lusso fin dalla sua fondazione.
Per il tricolore italiano, grandi presenze legate a Lamborghini e Maserati: un prezioso esemplare di Veneno Roadster, vettura da oltre 3 milioni di Euro, capolavoro di design estremo prodotto in solo 9 esemplari nel 2014, insieme alle storiche Lamborghini Countach (1974) e Miura (1966). Monoposto da competizione fine anni 30’e una 3500 GT Spyder di fine anni 50’ per Maserati.
Grande spazio anche per la solidarietà: con ANT Italia Onlus, partner etico dell’evento si è potuto donare per chi nel presente non ha le forze di condividere le emozioni del passato ma ha una grande speranza per il futuro, trend che certamente non passerà mai di moda.
di Elena Frattaroli