27 gennaio 2001, quattro del mattino. Era una notte come tutte le altre per Christian Frascella. Un estenuante turno in fabbrica alla catena di montaggio stava per finire. Poi, all’improvviso, la paura. Inaspettata, impietosa, paralizzante. La diagnosi era inequivocabile: crisi di panico.
Iniziava così per quest’operaio ventisettenne torinese una nuova vita dominata dal terrore che “si acquattava dentro di me per qualche ora a preparare l’attacco” e, subito dopo, “aveva di nuovo fame. Voleva ricominciare a mangiarmi”. A tutto questo si aggiungevano le difficoltà di un rapporto giunto al capolinea tra due persone innamorate ormai “per inerzia, per inerzia compagni di letto”.
Saranno numerosi e immani gli sforzi che il protagonista dovrà compiere nel suo percorso di “guarigione”: dovrà imparare ad affrontare la paura della sua paura riflessa negli occhi della gente, persino degli amici più cari, a rassegnarsi a essere un incompreso, a confrontarsi con i fantasmi del suo passato, e soprattutto, ad accettare con serenità di convivere con i mali contro i quali non si può combattere. Il passo più importante verso l’obiettivo di una vita “normale” forse, però, è stato compiuto con questo libro: scrivere è un atto che offre consapevolezza e liberazione, dunque spesso altro non è che una risposta all’esigenza personale di trovare pace raccontando.
Perciò, ci auguriamo che il protagonista di questa storia e il suo autore abbiano scoperto nella scrittura quel balsamo lenitivo che cura tutte le ferite.
Il panico quotidiano
di Christian Frascella
Editore: Einaudi
208 pp. – 17,00 €
(di Martina Carnovale)