Trentacinque anni fa usciva “La casa degli spiriti”, lasciando incantati milioni di lettori e acquisendo forma sui grandi schermi del cinema. Diventato uno dei mitici titoli della letteratura latinoamericana e tradotto in trentacinque lingue, è stato il primo di un’innumerevole serie di opere con cui Isabel Allende ha raggiunto una fama e un successo internazionali. Chi fosse rimasto stregato dalla famiglia Trueba apprezzerà di certo il nuovo romanzo della scrittrice cilena, disponibile nell’edizione italiana dal 9 novembre 2017.
“Oltre l’inverno” ridà voce allo spirito rivoluzionario della sfrontata giornalista. E’ una delle opere più personali della scrittrice, che affronta le tematiche assolutamente attuali di un’America combattuta tra emigrazione, violenze e soprusi di ogni genere. In apertura, la celebre frase di Albert Camus: “Nel bel mezzo dell’inverno, ho infine imparato che vi era in me un’invincibile estate”, tratta da Retour à Tipasa (1952).
L’inverno fa da cornice alla vicenda raccontata: una terribile tempesta di neve cade su New York, bloccando l’intera città e nascondendo il mistero di un delitto sotto una spessa coltre di neve. Da qui, l’incontro di tre storie tristi, tre destini colti nel bel mezzo dell’inverno della vita, che vengono riuniti da un fatto del tutto casuale.
Lucìa Maraz, una cilena profondamente (e paradossalmente) ottimista che ha vissuto la politica di Allende, la dittatura di Pinochet e la repressione dei governanti, è l’incarnazione della stessa Isabel Allende; Evelyn, una ragazza del Guatemala, immigrata illegale e reduce dell’ombra oscura delle bande criminali e del traffico umano; infine, Richard Bowmaster, anima tormentata dai demoni del passato, un maturo statunitense che vive timoroso di soffrire, proteggendosi dal disincanto, dall’abbandono e dal tradimento.
Attraverso l’espediente narrativo del salto cronologico, Isabel Allende ricostruisce il passato pezzo dopo pezzo facendoci addentrare nelle vite dei tre personaggi realisticamente costruiti. Sono vite fatte di immagini, di sogni e ricordi, ma anche di colpa, solitudine e dolore. Sono tre identità che non hanno nulla in comune, se non la volontà di trovare una soluzione al problema che si ritrovano improvvisamente sulle spalle. La Allende gioca con i personaggi in un momento drammatico dai tratti giallo-polizieschi, facendo sì che l’infausto evento si riveli essere una benedizione per aver permesso il miracolo dell’amore, “una ferita deliziosa”, e delle seconde possibilità, che portano i personaggi a ritrovare la speranza.
“Oltre l’inverno” è una denuncia alla realtà dell’immigrazione. I tre protagonisti riescono a capire che oltre l’inverno, quando meno ce lo si aspetta, c’è ancora posto per l’amore inaspettato e per l’estate invincibile; un racconto intriso di tenerezza e di ottimismo che ci lascerà una bella emozione.
di Sabina Cenac