Emma Becker è cresciuta in una famiglia benestante dell’Ile de France; brava figlia della classe media negli agi, protetta da ciò che la morale borghese considera inaccettabile, immorale: il mondo della prostituzione è questo agli occhi della gente normale, ma nonostante ciò o (forse è il caso di dire) proprio per questa ragione, da questo mondo l’autrice e personaggio Emma è fatalmente e inesorabilmente attratta.
Il fascino del proibito
Dopo i due romanzi Monsieur e Alice, la giovane scrittrice Emma Becker porta in libreria una nuova storia di eros proibito: l’omonima protagonista Emma, cresciuta a pane e romanzi francesi come Nanà, La signora delle camelie ma soprattutto con le opere del marchese De Sade, si trasferisce a Berlino e inizia ad avvicinarsi al mondo della prostituzione, che in Germania è completamente legale, regolata, controllata.
Nella capitale viene assunta da una casa di piacere chiamata “La Maison”, in cui inizia a esercitare con il nome, appunto, di Justine: l’atteggiamento della protagonista (che è il medesimo della scrittrice, che veramente è entrata in contatto con il mondo berlinese “a luci rosse”) è di profonda e insopprimibile curiosità: cosa spinge una donna a vendere il proprio corpo? Nessuno costringe queste madri, studentesse, mogli, ad andare a letto con 10 uomini in un solo giorno per soldi. Emma prova compassione e affetto, timore e amore per queste creature misteriose, magari donne “per bene” che di giorno vanno a fare la spesa per i propri cari e di notte vivono di peccati e lussurie.
Un romanzo, a suo modo, femminista
In un mondo che ha ancora molto bisogno di sentir parlare di libertà sessuale femminile, il romanzo La Maison può essere considerato “femminista”; inoltre approfondisce e illumina l’arcano del desiderio sessuale, un argomento interessantissimo che, come l’animo umano, è sempre portatore di scoperte e novità.
di Alessandra Baio