La trama: tra routine e introspezione
La storia si apre con Valentina seduta a bordo piscina, osservando sua figlia nuotare. Questo momento di apparente tranquillità diventa il punto di partenza per un viaggio a ritroso nel tempo, riportandoci a oltre dieci anni prima, quando Valentina, poco più che trentenne, si trovava a confrontarsi con un lavoro insoddisfacente, due figlie piccole e una relazione in crisi. È in questo contesto che emerge il “Lupo”, la personificazione della sua depressione, una presenza che la protagonista impara a riconoscere e affrontare con l’aiuto di un terapeuta, l’”uomo con la Barba”.
Tematiche affrontate: maternità e identità personale
Il romanzo esplora con sensibilità le difficoltà legate alla maternità, al rapporto di coppia e alla ricerca della propria identità. Valentina rappresenta molte donne che, nel tentativo di conciliare le aspettative sociali e personali, si perdono lungo il cammino, trovandosi a dover scavare nel proprio io per ritrovarsi. La metafora del “terremoto” e della “faglia” interna sottolinea la fragilità dell’equilibrio emotivo e la necessità di affrontare le proprie paure per poter rinascere.
Stile narrativo e struttura
Laezza adotta uno stile intimo e riflessivo, alternando momenti di introspezione a descrizioni della quotidianità. La narrazione in prima persona permette al lettore di entrare in empatia con Valentina, condividendo le sue ansie, le sue speranze e la sua evoluzione personale. La struttura del romanzo, che si muove tra passato e presente, offre una visione completa del percorso della protagonista, evidenziando le tappe fondamentali della sua crescita interiore.
Quello era un posto è un romanzo che invita alla riflessione sulla condizione femminile, sulla maternità e sulla necessità di affrontare le proprie ombre per poter vivere pienamente. Sonia Maria Laezza, con la sua scrittura delicata e incisiva, regala una storia universale nella quale molti potranno riconoscersi, offrendo spunti di riflessione e, forse, strumenti per affrontare le proprie “faglie” interiori.