La narrativa che circonda le dive – del cinema, della musica, dello spettacolo in generale – è costruita a regola d’arte per renderle perfette, eteree, distanti dalla normale società. Divine, per l’appunto. È per questo che quando una di loro sceglie di mostrare tutti i suoi lati umani, compresi i suoi difetti, i turbamenti e gli errori, si rimane impressionati, come se davvero ci si fosse dimenticato che dietro ad un’immagine patinata si possano celare i travagli più terreni. Nella sua autobiografia edita da Rizzoli Il bello di vivere due volte, Sharon Stone svela al mondo gli angoli più bui della sua umanità, raccontando come anche una stella del firmamento hollywoodiano possa sfiorare la morte spirituale, professionale e fisica. Per poi rinascere ancora più splendente.
Il bello di vivere due volte: un’autobiografia col passo di un romanzo
Catherine Tramell in Basic Instinct, Ginger McKenna in Casinò, un letterale divinità dell’Olimpo in La dea del successo: Sharon Stone è da oltre tre decenni associata ai titoli più famosi del cinema mondiale, e il suo nome è entrato di diritto nel gotha di Hollywood. O almeno, questo è quello che il pubblico sceglie di vedere e ricordare di lei.
Si fa infatti fatica ad associare il nome di Sharon Stone a quello di una donna che ha visto naufragare vita e carriera in seguito a un gravissimo ictus cerebrale che l’ha colpita nel 2001. O che ha perso la serenità e quasi il senno dopo una serie di aborti. Eppure, traumi e difficoltà apparentemente insormontabili l’hanno resa esattamente la persona e il personaggio che è oggi, ed è lei stessa a raccontare dove ha trovato le forze necessarie per lottare affinché la sua stella non smettesse di brillare.
Il bello di vivere due volte è un’autobiografia che ha il sapore del romanzo drammatico per la quantità di rivelazioni, colpi di scena, digressioni personali, amare e crude. Ben lontano dal voler essere un’autocelebrazione della propria carriera, il libro di Stone cattura chi legge in un vortice di dolore e sollievo, di luce e tenebre. La rinascita dell’attrice dopo l’ictus e il crollo professionale non appare come uno sfoggio di coraggio e capacità superlative, bensì come un percorso fatto di momenti in cui si cade e ci si rialza, e soprattutto si impara ad apprezzare un valore su tutti: l’amore.
Chi è Sharon Stone oggi?
La Sharon Stone di oggi appare come una persona consapevole di sé, che apprezza la vita più che mai e vuole trasmetterne la bellezza agli altri. Lo dimostra il suo continuo impegno in cause umanitarie, che le è valso premi importanti come il Peace Summit Award 2013 per il suo contributo alla ricerca sull’AIDS.
Stone è inoltre una donna che non ha paura della sua età, che a oltre 60 anni non ha problemi a mostrarsi senza ritocchi sulle copertine di riviste internazionali. E soprattutto, Sharon Stone è una madre, ruolo voluto ma anche temuto, e che adesso abbraccia con lo spirito di chi, nelle sue due, tre, mille vite vissute, ha voglia di tramandare tutto ciò che ha imparato.
di Martina Faralli