La fondazione nata sotto il nome di Buccellati compie 10 anni, e li celebra con la pubblicazione di un volume illustrato edito da Skira Editore che racchiude un secolo di arte orafa italiana firmata da Mario e Gianmaria Buccellati.
Una storia lunga più di un secolo quella della famiglia Buccellati, che ebbe inizio nel 1919 con l’apertura della prima boutique milanese di Mario Buccellati, chiamato il “Principe degli orafi” da Gabriele D’Annunzio, suo cliente e amico. A seguire, i quattro figli di Mario resero possibile l’apertura di boutique in tutto il mondo, tra cui a New York nel 1954 e Parigi nel 1979.
A tramandare la testimonianza artistica del padre, promuovendo i valori creativi, estetici ed etici delle sue opere (che seguirono le tecniche orafe dei secoli XVI, XVII e XVIII), è stato il figlio Gianmaria Buccellati attraverso la Fondazione omonima che giunge, appunto, al suo decimo anno, dopo grandi successi ottenuti, come le mostre al Palazzo Pitti di Firenze, alla Venaria Reale di Torino e alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, che hanno visto milioni di spettatori emozionarsi davanti alle creazioni Buccellati.
A tre anni dalla morte di Gianmaria viene presentato dalla moglie Rosa Maria Bresciani Buccellati, oggi alle redini della Fondazione, il volume “I tesori della Fondazione Gianmaria Buccellati“. Una raccolta di ricchezze, tra cui i disegni del padre Mario, e di tutti quegli oggetti che sono stati definiti “pezzi unici” o da “collezione museale”, creati per essere ammirati nel loro lucente splendore.
Per questo motivo, Gianmaria è considerato un artista. Studiava e osservava a lungo una pietra fino a quando non trovava la giusta ispirazione per dar vita alle sue creazioni. Emblematica dimostrazione è la figura antropomorfa creata appositamente per una rarissima Perla Melo Melo, originaria del Vietnam e dal colore aranciato, che riproduce una silhouette di donna in dolce attesa o una madre natura, perchè come diceva Gianmaria Buccellati: “La bellezza sta in tutte le creature donateci dalla natura e da Dio“.
di Pamela Romano
