Quattordici protagonisti tutti diversi tra di loro e che si passano il testimone di capitolo in capitolo, sette giorni da vivere su un’isola vulcanica ai margini estremi del Mediterraneo meridionale, un eccezionale resort di lusso. Questi gli ingredienti dell’ultimo capolavoro di Andrea De Carlo. “Villa Metaphora”, romanzo narrativo di difficile inquadratura, a causa dei differenti stili narrativi presenti, ma al tempo stesso accattivante, coinvolgente, ricco di aspettative e colpi di scena, che tengono sempre alta l’attenzione del lettore. Che, rapito, non sa staccarsi dalle pagine.
Un giovane marinaio nato sull’isola, un architetto milanese ideatore del resort, la sua manager e amante, un potentissimo banchiere tedesco di spicco con la moglie, uno chef spagnolo insofferente all’isola e all’assenza di ogni contatto col mondo esterno, un politico dalle mille facce, una saccente giornalista francese in incognito, due anziani e rispettabili coniugi italiani, una star del cinema americano e suo marito, una giovane italo-irlandese alla ricerca delle sue origini e della verità su un padre inesistente, un falegname dall’animo artistico e libertino: è attraverso queste numerose personalità opposte e anche per certi versi complementari che la storia prende forma pagina dopo pagina. E giorno dopo giorno.
La trama è tutt’altro che scontata: un continuo susseguirsi di coincidenze, complicazioni, contrattempi rendono la lettura serrata, coinvolgente, scorrevole. L’autore non smette nemmeno per un momento di offrire il punto di vista di ciascun personaggio, servendosi abilmente non solo dell’uso di diverse lingue, ma anche di diversi stili a seconda del personaggio che racconta la sua prospettiva della storia. Il finale, in tutta la sua apertura, ci lascia liberi di immaginare quali potrebbero essere le sorti di una civiltà così internamente corrotta e distante dagli elementi naturali.
Insomma, anche in questa diciassettesima opera, l’intento dell’autore è evidente: servirsi di questo eccentrico gruppo per cercare di raccontare il mondo con le sue infinite contraddizioni e i suoi esasperanti conflitti. Con “Villa Metaphora”, sicuramente il suo romanzo più ambizioso, ironico, cattivo, avventuroso, polemico, De Carlo mette a disposizione tutta la sua esperienza e la sua maturità artistica per descrivere una fetta di mondo con le sue virtù e i suoi difetti peggiori, i suoi vizi, le sue paure, le sue insostenibili contraddizioni, un’attenta panoramica della società, una riflessione sui valori attuali.
Certo, raccontare il mondo non è mai facile, ma questo non sembra essere un grosso problema per lo scrittore milanese che è sempre pronto a nuove sfide. Profondamente attuale, reale e diretto non si può fare a meno di considerarlo già come l’ ennesimo colpo di genio di una penna che dal suo esordio, avvenuto nel 1981 con il noto “Treno di panna”, regala sempre intense storie di destini pronti a incrociarsi.
Villa Metaphora
di Andrea De Carlo
Bompiani – pp. 921
(di Simona Di Via)