Antonio Tabucchi – “Voglio abitare il tuo vuoto”

 

Questo libro non racconta una storia, racconta un uomo. Quest’uomo è Antonio Tabucchi. Attraverso un mosaico di momenti, un poster di attimi vissuti Andrea Bajani presenta al mondo non il grande scrittore o il famoso traduttore, ma l’amico beffardo, il malato terminale, l’innamorato delle parole. Non è una lettera di addio o un maldestro esperimento per trovare conforto, è “un tentativo di abitare il vuoto di qualcuno che si è perso

Ecco allora che attraverso gli occhi dell’autore possiamo entrare furtivamente nella casa natale di Tabucchi a Vecchiano, possiamo fare capolino nella sua abitazione portoghese e fermarci a guardare le sue foto da giovane, parlare con lui, anche, scoprire come sono stati i suoi ultimi mesi di vita, quando parlare gli costava troppo sforzo ed era venuto il momento che lo facesse qualcun altro, Bajani stesso per esempio.

È proprio così che nasce questo libro: è una sorta di passaggio del testimone tra uno scrittore vecchio e ormai stanco e uno giovane che ha ancora molte cose da dire e molte storie da raccontare. Il testimone in transito sono le parole. Attraverso esse Bajani ci racconta il Tabucchi di tutti i giorni: quello che soffriva il caldo e odiava le zanzare proprio come il “Pereira che sosteneva” del suo romanzo più famoso, quello che ogni giorno diventava più piccolo lottando contro una malattia che lo avrebbe ridotto alla stregua dell’ultima di una serie di matriosche, quello che restava per ore ad ascoltare discorsi sulla letteratura perché gli restituivano l’energia che il cancro gli sottraeva.

Tabucchi aveva senza dubbio molta stima dell’autore di Mi riconosci”, stima che noi condividiamo in pieno per quest’opera sicuramente ben riuscita.

 

(di Martina Carnovale)

 

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