Si vestono male, si ubriacano e sono Indie. Non sono gli Oasis ma a sentire il caro e vecchio Noel sono il futuro della musica inglese , loro invece, i Kasabian , si accontentano della fama che hanno e prendono le distanze dalla band dei “riottosi” fratelli Gallagher. Con quattro album all’attivo (di cui tre hanno debuttato al primo posto nella glassifica UK, unicum musicale) i Kasabian fan parte insieme a Artic Monkeys, Florence & The Machines, ecc. Di quella corrente musicale che si sta diffondendo in tutto il mondo dall’Inghilterra e che ha fatto sì che l’indie diventasse chic. A differenza delle altre band i Kasabian hanno uno stile tutto loro, la loro musica è un miscuglio di vecchio rock anni ’70, elettronica e pop, ne è la prova l’ultimo album “Velociraptor” da loro definito il “masterpiece” che racchiude in sé tutto il meglio della musica degli ultimi trenta anni. La track list non è per nulla scontata, alterna pezzi più psichedelici come “Acid Turkish Bath” e “I Hear Voices”, pezzi più rock e movimentati come “Days Are Forgotten” (primo singolo e tormentone radiofonico) e “Velociraptor”, e pezzi invece più romantici come “Goodbye kiss” e “Man of Simple Pleasure”. Poco tempo fa si sono esibiti a Milano in uno spettacolo in cui la cosa principale è la musica, cosa che sia il frontman, Tom Meighan, e il chitarrista, Sergio “Serge” Pizzorno (di origine italiana, genovese), han saputo fare con maestria, omaggiando anche il pubblico italiano con una versione strumentale dell’inno nazionale.
Giulia Rozza