Farrokh Bulsara è il suo vero nome, ma tutti noi lo conosciamo come Freddie Mercury, il dio del rock, la voce e anima dei Queen. Si spense il 24 novembre del 1991 all’età di 45 anni, dopo il ritiro dalle scene a causa dell’Hiv. A lui e ai Queen, dobbiamo quasi tutta la musica che oggi ascoltiamo, Lady GaGa, non esisterebbe e con lei nemmeno Madonna né tutto l’emisfero pop che ha caratterizzato gli anni ’80 e che ormai è tornato alla ribalta, con le loro canzoni hanno contribuito alla realizzazione e alla diffusione del rock attraverso l’utilizzo di un’immagine estremamente pop come quella di Mercury. L’iconografia di questa emblematica figura era il pop, quello con la “p” maiuscola, quello che racchiude in sé il cambiamento, la trasgressione e Freddie con la sua omosessualità dichiarata, la sua carica sensuale data dalla potenza vocale che raccoglieva e raccoglie tuttora tantissimi fan, la sua presenza sul palco e l’accettazione della sua malattia. È stato il più grande ed è così che tutti lo ricordano e lo vogliono ricordare. Siamo alla fine del 2011, il 2012 è alle porte, è quel momento dell’anno dedicato alla memoria, ai ricordi, alle ricorrenze, e noi dedichiamo un momento a Freddie.
Giulia Rozza