Dal 17 al 26 settembre 2021 la Biennale di Venezia presenta il 65° Festival Internazionale di Musica Contemporanea, intitolato Choruses – Drammaturgie vocali. È definito un “pellegrinaggio dell’ascoltatore”, proprio perché le musiche saranno ambientate in diversi teatri e luoghi storici veneziani.
La Cappella Marciana e il suo storico ensemble
Protagonista è la scrittura vocale a cappella, genere rinato negli ultimi vent’anni. La Cappella Marciana della Basilica di San Marco è un luogo simbolico dell’unione tra la coralità antica e quella attuale. La compositrice tedesca Christina Kubisch ha creato un progetto per la Basilica, collaborando con l’ensemble di San Marco. In un luogo acusticamente adatto, il testo diventa materiale sonoro. Si sviluppa il concetto di “Musica reservata”, rivolta cioè ad un esiguo numero di compositori, per poi essere proposta ad un pubblico più vasto.
Le voci vengono associate a diversi elementi della natura: il Basso è associato alla Terra, con suoni fondanti, che sottolineano la verticalità; il Tenore è come l’Acqua, fluida ed elegante; il Contralto è l’Aria, che spazia e si espande verso l’alto; il Soprano è paragonato al Fuoco, che con la sua fiamma è imprevedibile e veloce.
Moving still- processional crossing
Marta Gentilucci, compositrice internazionale, ha coinvolto quattro poetesse per la scrittura e lettura della propria opera: Elisa Biagini, Irène Gayraud, Shara McCallum e Evie Shockley. La lettura sarà seguita da un pubblico in movimento per la città, che seguirà un percorso dai Giardini, passando per le calli, i campi di Venezia, fino all’interno del Teatro alle Tese.
La scuola veneziana di San Marco ha commissionato il lavoro al George Lewis, compositore e protagonista della diaspora africana. L’artista e professore in questo caso scrive riguardo alla storia del primo filosofo di origine africana Anthony William Amo, che nel ‘700 è stato comprato come schiavo, ma ha avuto la possibilità di studiare fino a diventare professore. Nell’opera c’è una profonda riflessione sull’identità e sulla nuova visione dell’afromodernismo.
Sergej Newski, compositore russo, è l’inventore di un nuovo teatro vocale in concerto, che usa il testo come materiale sonoro ed evocazione di protesta. Tratta il reportage della Russia durante le persecuzioni e torture verso le personalità non accettate dal regime, come gli omosessuali.
Ci sono commissioni regalate alla Biennale da diverse istituzioni ed ensemble corali e vocali da tutta Europa: il Theatre of Voices di Copenhagen, il SWR Vokalensemble e i Neue Vocalsolisten di Stoccarda, gli ensemble vocali Sequenza 9.3 e Accentus di Parigi, con la partecipazione l’Orchestra del Teatro La Fenice e dal Parco della Musica Contemporanea Ensemble.
I compositori
I compositori e performer che hanno lavorato sulla voce sono: Kaija Saariaho, Hans Abrahamsen, George Lewis, David Lang, Luca Francesconi; Sivan Eldar, Sergej Newski, Samir Odeh-Tamimi, Francesco Filidei, Jennifer Walshe; George Aperghis, Arvo Pärt, Sylvano Bussotti, Morton Feldman;
Sono presenti molti dibattiti, conferenze e dialoghi rilevanti , come quello tra Tom Service, voce della BBC Music e autore del The Guardian, con Kaija Saariaho, Leone d’Oro alla carriera di questa edizione del Festival. La conferenza tenuta da Gianmario Borio tratterà la nascita, anzi la rinascita, della musica corale.
Collaborazioni con Rai Radio 3: le quattro lezioni di Musica e Audio-documentari
Verranno fatte quattro lezioni di musica, una collaborazione a cura di Paola Damiani con la proiezione del musicologo e pianista Giovanni Bietti. Durante questa trasmissione si analizzeranno alcuni capolavori vocali veneziani, mettendoli a confronto con la contemporaneità. Giovanna Natalini, compositrice di musica elettronica, ideerà cinque audio-documentari per la trasmissione Tre soldi, riguardo al processo creativo che si svolgerà nel College Musica, dove compositori giovanissimi e selezionati iniziano a ideare i loro progetti.
di Margherita Sala