MITO 2017: il Festival musicale dal Duomo al San Carlo

Se i venticinquemila cittadini riuniti in piazza del Duomo a Milano e in piazza San Carlo a Torino sono stati una risposta entusiasta all’edizione MITO del 2016, altrettanto alta si fa l’aspettativa per l’edizione di quest’anno.

Riconfermato al suo undicesimo appuntamento, il Festival musicale settembrino estende il suo raggio d’azione nei giorni che vanno dal 3 al 21, con un presidente e un direttore artistico già noti all’edizione precedente, Nicola Campogrande e Anna Gastel. Tra le novità, non solo il moltiplicarsi dei concerti, ben 140 a fare da filo conduttore alle due grandi città del nord, ma anche un nuovo tema, sempre attuale e caro all’arte, la Natura.

La scelta non è casuale: «Il tema naturalistico ci permette di sottolineare quanto il nostro ecosistema non sia fatto solo di terra, acqua e cielo, cioè di cose che vediamo, ma consista anche di uno spazio sonoro, lo spazio del “sentire”, che è nostro compito proteggere, sviluppare e tenere vivo». Così concepiscono il Festival i sindaci di Milano e Torino, permettendo a solisti e grandi orchestre, gruppi da camera e non solo, di creare nuovi linguaggi e di mescolare musica antica e moderna.

Il tutto all’insegna di una biodiversità sonora, se vogliamo, e di una fruibilità che è firma dell’intero progetto. La gratuità di molte serate e il costo ridotto di ogni concerto diventano fondamentali per far sì che risponda un pubblico eterogeneo e trasversale, non necessariamente esperto e colto. I prezzi saranno i medesimi sia a Milano che a Torino, con una proposta massima di 5 euro sugli spettacoli pomeridiani, e da 10 a 30 euro per quelli serali.

Si riconfermano le introduzioni all’ascolto, tanto gradite lo scorso anno, affidate a Gaia Varon e Mattia Palma per Milano, e a Stefano Catucci e Carlo Pavese, per Torino. Le poche righe di commento a inizio concerto continueranno ad informare e a coinvolgere gli spettatori, per una partecipazione più sentita.

Non mancheranno i concerti per i più piccoli, volti ad avvicinare con il gioco i bambini alla musica. La programmazione a loro dedicata prevederà spettacoli e concerti distinti in relazione alle fasce d’età: per i bambini dai due anni, il 9 e il 10 settembre verranno narrate le avventure di un piccione viaggiatore in una produzione olandese; il 16 e il 17 settembre sono previsti lo spettacolo Play per la prima infanzia e l’Orfeo per raccontare il capolavoro di Monteverdi nel 450° anniversario della nascita del compositore.

Tante novità quindi, che incrementano curiosità e partecipazione, ma che si intrecciano anche alla continuità e alla tradizione. Anna Gastel non intende mancare gli appuntamenti di successo che hanno caratterizzato l’edizione precedente. Si vede rinnovato l’appuntamento dell’Open Singing in piazza con l’esecuzione della Nona di Beethoven eseguita dall’Orchestra Giovanile Italiana, il Coro Maghini e i solisti dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino diretti da Daniele Rustioni.

Sotto la guida del maestro Michael Gohl, oltre trenta cori accorsi da ogni parte d’Italia e non solo (si guardi al portabandiera della Francia, Choeur National des Jeunes, o allo sloveno Vokalna Akademija Ljubljana) parteciperanno al rito del canto col pubblico, la cui voce verrà sostenuta dalle partiture cartacee, distribuite gratuitamente dagli organizzatori. « È il nostro modo per ribadire l’importanza dell’esperienza musicale “di piazza”, pubblica e condivisa», è fiera di dichiarare Anna Gastel. Il 9 settembre a Milano e il 10 settembre a Torino sono gli appuntamenti in questione.

La serata di apertura si è tenuta invece il 3 settembre al Teatro alla Scala di Milano, ed è stata affidata alla Gustav Mahler Jugendorchester, considerata la più prestigiosa orchestra giovanile del mondo, sotto la direzione di Ingo Metzmacher e con la partecipazione di un pianista d’eccezione come Jean-Yves Thibaudet. Come si presume dal titolo Quattro paesaggi, il concerto intende accompagnare lo spettatore nel vivo del tema, con la proposta di quattro modalità musicali con cui ci si relaziona alla Natura. In programma anche il primo ascolto in Italia di This Midnight Hour, con la compositrice inglese trentasettenne Anna Clyne, vincitrice di numerosi premi, nominata anche ai Grammy Award.

Gli incontri del Festival ripercorreranno oltre mille anni di musica, con 115 compositori viventi, come Tan Dun, Ducros, Paulus, Andres, Fairouz, Korvits, McGowan, Dessner, per citarne alcuni; le proposte vedranno anche 7 prime esecuzioni assolute, con i brani di Pärt Uusberg, di Virginia Guastella, di Nicholas Bacri, di Francesco Fiore. E accanto alle opere di autori viventi, ospiti attesi saranno gli Eighth Blackbird, sestetto di Chicago considerato un fiore all’occhiello della nuova musica statunitense.

Questi sono solo alcuni dei nomi che faranno parte del ricco e sentito programma, consultabile online sul sito www.mitosettembremusica.it/programma/calendario/milano/2017#.

La conclusione della rassegna musicale è prevista il 20 settembre a Milano e il 21 a Torino, con il concerto Luci, eseguito da la Filarmonica della Scala sotto la direzione di Riccardo Chailly, e con la solista Julian Rachlin alla viola. Il programma si apre con Lontano di Ligeti, per evocare la lenta progressione della luce, a cui seguirà l’ultima opera di Bartók, il Concerto per viola, e solo in conclusione Pini di Roma e Fontane di Roma di Respighi.

MITO intende confermare anche quest’anno la conformazione stessa di festival, nevralgica manifestazione di incontri che si estenderanno dal centro città ai nuovi poli urbani, rivalutati in primis dagli artisti stessi, maestri come Gauthier Capuçon o Gabriela Montero, che dalle sale storiche varcheranno le soglie dei nuovi quartieri.

Interessante anche sapere che in contemporanea alla rassegna musicale si terrà la Torinodanza festival, della durata di 4 giorni, oltre che un convegno, sempre nella città di Torino, con tema le relazioni tra musica e acqua; a Milano, invece, ci sarà la celebrazione di due Messe cantate e l’esecuzione di Vespri dal repertorio sacro ambrosiano a Palazzo Reale.

Il Festival è stato possibile non solo grazie al contributo economico delle due Città, oltre che degli sponsor, ma anche del patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che riconferma l’idea dello sviluppo della cultura musicale come un inequivocabile aspetto di una progressione intesa in senso lato.

di Denise Rotondi

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