“The Great Impersonator”: Halsey ritorna e ci fa vivere l’emozione degli anni 2000

Preparati a un viaggio nel tempo: con The Great Impersonator, Halsey ci riporta dritti ai primi anni 2000, ma con uno sguardo nuovo e intenso su salute mentale, fisica e l’amore.

a cura della Redazione

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Un disco che sembra perfetto per un’artista in continua evoluzione, capace di cambiare pelle e sorprendere con ogni nuova traccia. Le diciotto canzoni, che vanno dall’emozione pura del folk al ribellismo anni ’90, evocano artisti come Alanis Morissette, Evanescence e persino Shania Twain, ricordandoci perché ci siamo innamorati di quel sound sospeso tra pop, hip hop e ballate intime.

Ogni brano sembra fatto per colpirti al cuore: I Never Loved You, prodotta da Tyler Johnson (il genio dietro “Flowers” di Miley Cyrus) e Michael Uzowuru, è un tuffo nell’anima che ti lascia senza fiato, mentre Ego trasuda tutta la grinta ribelle di Jagged Little Pill. Con un sound che richiama l’epoca d’oro di Timbaland e Neptunes, Lucky e Arsonist ci fanno muovere, mentre The End spoglia tutto, lasciandoci con la voce e la chitarra di Halsey in un’intimità che ti arriva diretta.

Eppure, c’è qualcosa di più dietro queste sonorità familiari: è un album che si ascolta quasi come un dialogo con un’amica che non senti da tempo, ma che ritrovi sempre uguale. Forse è questo il vero potere di Halsey: usare un sound che sentiamo “nostro” per raccontarci una storia che potrebbe essere la nostra.

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