Ambientato nei primi anni Duemila, il film esplora i temi senza tempo di gelosia, tradimento e vendetta, facendo rivivere i personaggi di Otello, Iago e Desdemona in un’Italia moderna, dove il dialetto romano e napoletano aggiunge intensità al racconto.
La forza del dialetto e un cast d’eccezione
Nel suo nono progetto da regista, Edoardo Leo sceglie una rivisitazione cruda e autentica, dove la lingua dialettale è protagonista: ogni battuta riecheggia la forza drammatica della cultura popolare, creando una connessione immediata con lo spettatore. Edoardo Leo veste i panni di Iago, mentre Javad Moraqib e Ambrosia Caldarelli interpretano Otello e Desdemona. Nel cast anche Antonia Truppo, Matteo Olivetti e Michael Schermi, che completano una squadra di attori capaci di dare nuova vita alla storia.
Un dramma ispirato alla cronaca e alla tragedia shakespeariana
L’ispirazione per “Non sono quello che sono” nasce da un fatto di cronaca che colpì profondamente Leo anni fa: un uomo, travolto dalla gelosia, uccise la moglie e si tolse la vita. Questo tragico evento ha portato il regista a riflettere su quanto i temi di Otello siano ancora attuali. La sceneggiatura rispetta il testo originale, adattandolo però a una sensibilità contemporanea, dove il dialetto amplifica l’impatto emotivo e rende la tragedia ancora più vicina alla realtà.
Un titolo che racconta l’essenza di Iago
Il titolo del film, “Non sono quello che sono”, richiama una frase iconica di Iago, il personaggio più ambiguo della tragedia shakespeariana. Questa scelta sottolinea il doppio gioco e la falsità di un antagonista che, nell’adattamento di Leo, conserva tutta la sua oscurità, risultando persino più spietato e ingannevole nel contesto moderno.
Con Non sono quello che sono, Edoardo Leo porta al pubblico una tragedia che affonda le radici in uno dei classici più amati di sempre, adattata con un tocco unico. Per chi è affascinato dalle storie di passioni forti e desidera riscoprire Shakespeare da un punto di vista inedito, questa rivisitazione promette di essere un’esperienza intensa e sorprendente.