“Per il mio bene”: un viaggio alla ricerca di sé stessi

"Per il mio bene" è un film intenso che racconta la ricerca di sé e l’incontro con il proprio passato, affrontando temi di identità, maternità e perdono.

a cura della Redazione

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Giovanna, costretta da una malattia a confrontarsi con il suo passato, intraprende una ricerca per scoprire le sue origini e incontrare la madre biologica che l’ha abbandonata, solo per scoprire verità sconvolgenti.

La trama: alla ricerca della verità

Giovanna è una donna autonoma e determinata, che dirige l’azienda di famiglia e cresce una figlia adolescente. La sua vita, solida e sicura, cambia quando scopre di essere malata e di non avere un donatore compatibile nella sua famiglia. La rivelazione che sua madre è biologicamente estranea a lei sconvolge il suo mondo, spingendola a cercare la verità sulle proprie origini. Nonostante la madre biologica si rifiuti di aiutarla, Giovanna intraprende un viaggio per incontrarla, innescando un percorso che le farà scoprire un passato che non conosceva e le farà mettere in discussione tutto ciò che pensava di sapere su se stessa.

I temi principali: identità e maternità

“Per il mio bene” esplora il tema dell’identità come frutto del riconoscimento e della conoscenza di sé. La ricerca di Giovanna non è solo un bisogno legato alla malattia, ma un desiderio profondo di sapere chi è e da dove viene. Il film affronta temi universali legati ai legami familiari, alla maternità e all’abbandono. La relazione tra madre biologica e figlia adottiva si sviluppa in modo complesso, spingendo entrambe le donne a confrontarsi con il loro passato e a rivedere i propri legami emotivi.

Un percorso di emozioni

La regia di Mimmo Verdesca si concentra sulla dimensione emotiva dei personaggi, lasciando che i silenzi e i gesti parlino più delle parole. La storia non cerca risposte facili, ma si immerge nel profondo delle emozioni di Giovanna e Anna. Ogni incontro tra le due donne è una scoperta, sia per Giovanna che per il pubblico, e la verità si svela gradualmente, in un processo di accettazione, perdono e riconciliazione. La regia minimalista non distrugge mai la forza emotiva della narrazione, permettendo ai personaggi di rivelarsi lentamente e di affrontare il loro dolore in modo autentico.

Le note di regia: un film crudo e tenero

Mimmo Verdesca descrive “Per il mio bene” come un racconto intimo che tocca temi profondi e universali. Il viaggio interiore di Giovanna non è solo una ricerca di identità, ma una riflessione sulla complessità dei rapporti umani, in particolare quelli tra madri e figlie. Il regista non fornisce risposte, ma esplora il risultato emotivo di questa riflessione, rendendo il film una potente esperienza visiva ed emotiva.

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