Alle tipiche domande di autodifesa deresponsabilizzante come “Sono problemi troppo grandi, cosa ci posso fare?” o “Si tratta di questioni che non ci riguardano, perché pensarci ora?” risponde la diciottenne indonesiana Melati Wilsen, che sin da quando era una bambina di soli dodici anni ha visto progressivamente la sua casa, Bali, trasformarsi in un enorme agglomerato di buste di plastica. Da allora, la giovane attivista non ha mai smesso di combattere contro l’inquinamento e salvaguardare l’ambiente nel suo paese.
Il documentario “Bigger than us – un mondo insieme”, diretto da Flore Vasseur con co produttrice Marion Cotillard, in uscita al cinema dal 22 al 26 aprile in occasione della giornata della Terra, racconta il viaggio della Wilsen, invitata dalla regista a intraprendere un giro nel mondo al fine di incontrare altri giovani coetanei che, come lei, non sono rimasti fermi a guardare e ogni giorno operano al fine di mutare le condizioni di vita di chi li circonda.
E così, dai remoti villaggi del Malawi alle favelas di Rio de Janeiro, dai barconi di soccorso degli immigrati profughi al largo dell’Isola di lesbo, fino alle cerimonie dei nativi sulle alte vette dei monti Colorado, la giovane Melati entra in contatto con luoghi, etnie, persone diverse; si preme di ascoltare le loro testimonianze, condividendo un sentimento comune: quello dell’agire per salvare il pianeta, e con lui, l’umanità stessa.
Il film, infatti, non tratta unicamente temi di estrema rilevanza a livello ambientale come l’innalzamento della superficie dei mari o della trivellazione sconsiderata dei terreni, ma affronta anche i problemi legati alla misoginia mascherata, alla criminalità diffusa nelle favelas, o ancora, alle tratte marittime fatali che intraprendono i migranti per fuggire da condizioni di guerra e di dolore.
Quella che Vasseur ci mostra è una generazione che si espone e rischia la vita in prima persona, pronta a tutto per la difesa dei diritti e la vita umana, il clima, la giustizia sociale, e per assicurare a tutti cibo e dignità. Giovani che hanno trovato risposte a domande pressanti: di chi è la Natura? A chi spetta difenderla?
Bigger than us, con un taglio più cinematografico che biografico, segna un passo in avanti rispetto ai precedenti documentari che hanno raccontato i movimenti giovanili green, e apre la strada a nuove considerazioni. Grazie a un supporto tecnico di rilievo, Flore Vasseur, grazie all’utilizzo di droni, riesce a mostrarci sia l’individuo in azione che gli spazi in cui agisce e le problematiche ambientali del contesto.
Il pregio principale dell’operazione è quello di evidenziare l’interconnessione delle problematiche, sottolineando che è necessaria un’immediata presa di conoscenza e di consapevolezza da parte di tutti: non solo dei giovani, più coinvolti, ma anche dei membri delle generazioni precedenti, per favorire una cooperazione incisiva che possa fare la differenza.