David di Donatello 2020: simbolo di speranza per il Cinema

David di Donatello

David di Donatello 2020: un’edizione che non scorderemo facilmente

L’edizione di quest’anno dei David di Donatello, non la scorderemo facilmente: niente Red Carpet, niente entrate trionfali di attori e attrici, niente look sfavillanti. Simbolo di questa edizione il presentatore Carlo Conti, solo nello studio 2 di Via Teulada a Roma, vicino a lui un tavolo su cui sono appoggiate le prestigiose statuette dorate.

Nonostante lo studio sia vuoto e nessuno degli attori, tecnici, registi, produttori possa stringere la mano ai propri colleghi, l’emozione è palpabile: la 65a edizione dei David di Donatello deve essere di “buon auspicio” dice Carlo Conti, un barlume di speranza per tutta l’industria del Cinema, per i 1500 lavoratori in cassa integrazione, per le 1600 strutture cinematografiche inattive e per quelle che rischiano di chiudere per sempre.

Per questa ragione Piero Detassis, Presidente e direttore creativo della Accademia del Cinema Italiano, ha confermato la premiazione per l’8 maggio, e per questa stessa ragione ieri sera alle 21, contemporaneamente all’inizio della cerimonia in streaming, tante sale cinematografiche d’Italia hanno acceso le insegne e illuminato il proprio schermo, in una sorta di flashmob digitale dal titolo #riaccendilcinema. 

Una cerimonia sicuramente minimalista ma ricchissima di emozioni quella di ieri sera, a partire dal discorso del Presidente Mattarella, pronunciato dal presentatore, ma grazie anche all’omaggio virtuale a due mostri sacri del cinema italiano, di cui proprio quest’anno ricorre il centenario: Federico Fellini e Alberto Sordi.

I vinti e vincitori dell’edizione 2020

Uno dei momenti più ricchi di pathos è stata l’assegnazione del David speciale alla leggendaria Franca Valeri, che grazie al suo straordinario talento comico ha saputo proporre l’immagine di una femminilità moderna e alternativa a quella procace e generosa di altre attrici come Sophia Loren e Gina Lollobrigida.

Vincitore indiscusso della 65a edizione dei David di Donatello è stato Marco Bellocchio con Il traditore, film biografico su Tommaso Buscetta che si porta a casa ben 7 statuette d’oro tra cui quella di miglior regista, di miglior film, miglior attore non protagonista a Luigi Lo Cascio e di miglior attore protagonista al grande Pierfrancesco Favino. 

Il secondo film più premiato della serata con 5 statuette è stato Pinocchio di Matteo Garrone, seguito da Il primo re di Matteo Rovere (che probabilmente si aspettava qualcosina in più). Il premio David dello spettatore, istituito nel 2019, va a Il primo natale di Ficarra e Picone, che ha richiamato al cinema più di 2.363.303 spettatori.

Per quanto riguarda il gentil sesso, il David alla migliore attrice protagonista è stato assegnato alla protagonista de La dea FortunaJasmine Trinca (che ringrazia le figlie e sfoggia un cartonato della Jolie); mentre quello di miglior attrice non protagonista è stato assegnato ad una commossa Valeria Golino per il suo ruolo in 5 è il numero perfetto. Grande assente Checco Zalone con il suo Tolo Tolo, osannato dalla critica.

Tra connessioni disturbate, voci metalliche, assegnazioni virtuali e abbracci e baci dietro lo schermo, si è svolta la 65a edizione dei David di Donatello, forse la più bizzarra e anti-convenzionale, ma anche una delle più emozionanti, indimenticabili e ricche di speranza, in un momento come questo in cui guardare un buon film ci è necessario più dell’aria.

 

di Alessandra Baio

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