Don Giovanni – lo spettacolo
Don Giovanni è un dramma giocoso in due atti composto da Wolfgang Amadeus Mozart tra marzo e ottobre del 1787, quando Mozart aveva 31 anni, ed è la seconda delle tre opere che Mozart scrisse su libretto di Lorenzo Da Ponte. L’opera fu commissionata dall’imperatore Giuseppe II e andò in scena per la prima volta nel 1787 in quello che oggi è il Teatro degli Stati di Praga, dove il successo fu grandissimo. Don Giovanni è un capolavoro su cui si sono interrogati nel tempo numerosi studiosi, interpreti e ascoltatori. Mozart con le sue musiche fa di questo dramma un’opera lirica straordinaria, facendo in modo che sia la musica stessa a determinare il tono, il ritmo e il senso dell’intera messa in scena.
Dalla prima versione, il mito di Don Juan ha attraversato la cultura dell’Occidente inserendovi un elemento inquietante fatto di hybris, erotismo, solitudine e declino. La versione di Mozart e Da Ponte ha dato alla figura del seduttore per antonomasia un nuovo rilievo, facendone una pietra miliare del nascente romanticismo, e non solo, diventando a decenni di distanza, un punto di riferimento del protoesistenzialismo kierkegaardiano, ripreso poi da Camus. È proprio sulla base di queste riflessioni che nasce la lettura del regista Robert Carsen.
Don Giovanni è una “centrale di energia” che muove l’azione ma la cui identità resta irrisolta: “chi son io tu non saprai”, dice a Donna Anna. In realtà, come emerge chiaramente dal dramma incompiuto di Camus, Don Giovanni ha capito che l’esistenza è un gioco senza regole e vive la vita senza freni né remore, perché ne percepisce l’insensatezza. Non è quindi un personaggio esclusivamente negativo; anzi, la sua energia vitale sopravvivrà alle convenzioni e agli infingimenti che dominano l’esistenza degli altri personaggi, e a lui spetterà l’ultima parola.