Per descrivere quello che si sta scatenando attorno all’uscita europea di Django Unchained si potrebbe parafrasare il duca di La Rochefoucauld: “Tutti ne parlano ma pochi l’hanno visto”.
Non passa giorno, infatti, che i quotidiani nazionali non riportino le polemiche d’Oltreoceano sull’ultimo film di Quentin Tarantino, nonostante l’uscita di Django Unchained sia prevista per il 17 gennaio in Italia e il 18 in Gran Bretagna.
Si è detto che il film non rappresenti fedelmente la tratta degli schiavi, che la figura dei bianchi venga demonizzata, e che le action figures, le riproduzioni in plastica dei personaggi, siano deplorevoli in quanto mera banalizzazione di un periodo oscuro e doloroso della storia americana. Queste discussioni hanno senso negli Stati Uniti poiché si riallacciano a questioni di un passato storico non troppo lontano ma, in Europa, si corre il rischio che l’attenzione del pubblico si concentri sui dibattiti piuttosto che sul film.
D’altronde Tarantino non è mai stato famoso per la sua vena documentaristica (Inglorious Bastard è un magnifico esempio di fantapolitica, non di storia) quanto per la verve, l’originalità e lo stile un po’ kitsch, un po’ splatter che rende i suoi film degli autentici must da vedere al cinema.
Il regista stesso, intervistato dalla CBC, una radio canadese, ha dichiarato di essersi allontanato volontariamente dalla tradizione cinematografica americana che tende a produrre film su questo periodo molto attenti ai dettagli storici ma poco empatici nei confronti degli schiavi, “quasi fosse la storia di una sottoclasse ”.
Con “Django Unchained” Tarantino non vuole trasmettere messaggi universali ma, semplicemente, raccontare una “romantic quest” ambientata in America del sud, prima della guerra civile. Anche Jamie Foxx , l’attore texano protagonista del film, ha enfatizzato nelle interviste l’importanza della storia d’amore tra Django e Broomhilda, centro della trama del film, nel quale uno schiavo, liberato da un cacciatore di taglie (Christoph Waltz), diventa un abile pistolero e cerca di portare in salvo la moglie dalla piantagione di Calvin Candie (Leonardo di Caprio).
Il film (candidato a ben cinque Oscar, tra cui miglior film, miglior attore non protagonista – Christoph Waltz -, miglior fotografia – Robert Richardson -, miglior sceneggiatura originale e miglior montaggio audio) convincerà sia gli appassionati del genere, grazie alle numerose citazioni di grandi classici, non solo nelle scene ma anche nella colonna sonora (dall’originale Django di Corbucci a Lo chiamavano Trinità, con brani di Morricone e Elisa), sia i meno avvezzi ai western per le storie d’amore e d’amicizia che si creano tra i protagonisti del film.
Degni di nota sono il cameo di Franco Nero, primo volto di Django nella versione del 1966 di Corbucci e Samuel Lee Jackson nel ruolo di Stephen, lo schiavo che comanda sugli altri prigionieri, a suo dire “il più spregevole nero della storia del cinema”.
Scheda del film
Titolo: Django Unchained
Regista: Quentin Tarantino
Uscita del film: 17 gennaio
Durata: 165 min.
(di Ylenia Manfredi )