Edison: è al cinema la storia del genio che ci ha donato la luce

Edison

Edison: dal 18 luglio in tutte le sale cinematografiche verremo illuminati da una lampadina geniale

Feste sulla spiaggia, luci soffuse, musica fino all’alba…niente di tutto questo ci sarebbe stato se non fosse esistito Edison. Probabilmente le nostre serate sarebbero finite al tramontare del sole oppure ci saremmo dovuti munire di candele per poter proseguire a festeggiare durante la notte.

Dal prossimo 18 luglio potremmo assistere alla visione affascinante e magnifica di come la luce elettrica sia entrata nelle nostre case. Nelle sale cinematografiche arriva, infatti, Edison, film diretto da Alfonso Gomez-Rejon e scritto da Michael Mitnick.

La Guerra della corrente: una storia mai realmente raccontata

Siamo alla fine del 1800, più precisamente nel 1880. A New York comincia la Guerra della corrente. Una vera e propria lotta tra Thomas Alva Edison e George Westinghouse per decretare quale tipo di corrente elettrica entrerà nelle case di tutti.

Edison (Benedict Cumberbatch), in questo ci permettiamo di fare qualche spoiler, è destinato ad avere la peggio su Westinghouse (Michael Shannon). Edison, infatti, è l’inventore della corrente continua (CC), ovvero quella comunemente fornita da pile e batterie. Westinghouse (e Tesla in un secondo momento) è invece l’ideatore della corrente alternata (CA), quella che oggi usiamo quotidianamente per illuminare le case, gli uffici, i locali commerciali e non.

La scelta di utilizzare la CA invece della CC è stata decretata da una pura convenienza economica: mentre la CA può essere facilmente trasformata in CC, la CC ha molte più difficoltà a essere trasformata in CA.

Da musical teatrale a pellicola cinematografica: una sceneggiatura che ha una storia

Mitnick racconta che al suo primo giorno di scuola alla School of Drama della Yale University è stato assegnato il compito di portare uno sceneggiato di eventi storici. “Ho ripensato a un poster della Apple che raffigurava Thomas Edison appeso al muro della mia cameretta quando ero un bambino.”, ricorda ridendo. “Lo scelsi fondamentalmente perché pensavo che Edison fosse una sorta di scienziato pazzo”.

E fu così che in seguito a ricerche approfondite, Mitnick si imbatté nella Guerra della corrente: un’epica battaglia tra Edison e George Westinghouse per stabilire lo standard mondiale per l’energia elettrica. Questa immensa battaglia porterà a tanti benefici, ma anche all’invenzione della sedia elettrica. Si tratta di un periodo elettrizzante e di svolta per la storia del mondo intero.

Scritto come musical e portato in scena con un budget veramente irrisorio, la storia di Edison fu presto dimenticata. Mitnick racconta ancora che l’idea di trasformare lo sceneggiato in un film sia poi venuta dal suo stesso agente.

Una ricerca approfondita e una scrittura senza fine, durata dieci anni

“Ho dovuto fare molte ricerche”, ricorda Mitnick, “frugando archivi, vecchi giornali e le fonti primarie”. La sceneggiatura, la cui scrittura è durata dieci anni, è poi finita nelle mani del regista americano Alfonso Gomez-Rejon, il quale era ancora preso dal successo di Quel Fantastico Peggior Anno della Mia Vita.

Gomez-Rejon dichiara di essere stato colpito da “L’idea della natura del successo e di quanto sarebbe disposto a spingersi un uomo per vincere e per essere ricordato. Uno, Westinghouse, attraverso l’anonimato e la voglia di rendere il mondo in un posto migliore”, spiega, ancora.

“Mentre l’altro, Edison, era consapevole del suo ruolo iconografico. Edison ha perso la Guerra della Corrente, ma è lui che è rimasto nell’immaginario collettivo. Uno scontro di ego contro umiltà. Ho ritrovato molto di mio padre in Westinghouse, e così ho iniziato a vedere cosa sarebbe potuto diventare”.

Costumi e scenografie che si ispirano al mondo passato e lo reinventano

La forza di questo film risiede nella sua capacità di aver ricreato un fatto storicamente accaduto ma di averlo reinventato con elementi fantastici e spettacolari. È il caso delle scenografie, ricostruite interamente non a New York, ma a Londra, grazie al talento e all’abilità di Joan Roelofs. I costumi, invece, non ricalcano alla lettera la moda dell’epoca. Sono stati disegnati da Michael Wilkinson, che ha preso ispirazione dagli abiti della fine del 1800.

Ovviamente, non è stato reinventato un mondo nuovo in toto. “Con certe cose non ti puoi prendere delle libertà”, ha sottolineato lo scenografo. “Abbiamo copiato i dettagli chiave della sedia elettrica, e le lampadine sono state costruite esattamente nel modo in cui le aveva realizzate Edison. Abbiamo usato acquaforti e ritagli di giornali dell’epoca oltre alle ricerche nel laboratorio di Thomas Edison negli Stati Uniti”. Anche alcuni costumi di personaggi secondari o comparse sono esattamente fedeli alla realtà dei fatti.

Edison è la storia moderna di Prometeo: se il secondo ha rubato alle divinità il fuoco per donarlo al genere umano, il primo ha usato il proprio divino ingegno per donare al mondo una nuova vita.

 

di Ilaria Nassa

Lascia un commento

Your email address will not be published.