Festa del Cinema di Roma 2018: vincitori e film imperdibili

Festa del Cinema

Si è appena conclusa l’edizione 2018 della Festa del Cinema di Roma, la kermesse che da 13 anni porta nella Capitale un’invasione di star nazionali e internazionali. È stata una Festa di omaggi e di addii, di nuove scoperte grandi ritorni, il tutto sempre più improntato al far coesistere l’entertainment delle grandi produzioni hollywoodiane con i momenti più intimi insieme agli autori.

Alla Festa del Cinema di Roma grandi personaggi si raccontano

Uno degli incontri più attesi di questa edizione della Festa del Cinema di Roma era sicuramente quello con un mostro sacro del cinema mondiale: Martin Scorsese. E le aspettative non sono state deluse. L’autore di capolavori come Toro Scatenato e Taxi Driver ha infatti tenuto una lezione di cinema di quasi due ore, con parole d’amore e nostalgia verso quei grandi nomi italiani che lo hanno ispirato nella sua carriera: da Pasolini a Fellini, da Rossellini a Visconti e De Sica.

A raccontarsi durante i giorni della Festa del Cinema è stata anche Cate Blanchett, presente a Roma con il suo ultimo film Il mistero della casa nel tempo di Eli Roth. Ripercorrendo la sua carriera da Premio Oscar, l’attrice si è anche soffermata a raccontare aneddoti ironici sui suoi compagni di set, da Judi Dench a Brad Pitt.

E se si parla di grandi dame del cinema, è impossibile non nominare Sigourney Weaver, attrice di cult fantasmagorici come Alien, Ghostbusters e Avatar e musa di registi quali Ridley Scott, James Cameron e Ang Lee. A proposito della sua predisposizione verso i film di fantascienza ha dichiarato: “Nella fantascienza si pongono grandi domande sull’esistenza, è un genere molto importante della letteratura americana. Ed è proprio il suo essere fonte di molte domande che me la fa trovare interessante.

Altro Premio Oscar impegnato in una narrazione personale e professionale è stato poi Giuseppe Tornatore. In uno degli Incontri Ravvicinati, il regista siciliano ha infatti esacerbato la tematica portante di questa edizione della Festa del Cinema: il noir. Tornatore ha ripercorso con 8 dei suoi film preferiti la storia di questo genere filmico, regalando le sue riflessioni sulle opere, fra gli altri, di Hitchcock, Wilder e Fritz Lang.

I film da non perdere in arrivo in sala

Tante le note di spicco presentate in anteprima alla Festa del Cinema e da recuperare una volta uscite in sala. Già l’inizio era stato col botto: 7 sconosciuti a El Royale, film di apertura dalla forte impronta tarantiniana diretto da Drew Goddard e con un cast stellare (Jon Hamm, Jeff Bridges, Chris Hemsworth e Dakota Johnson fra gli altri).

Ha convinto anche l’altro titolo adrenalinico presente alla Festa: The girl in the spider’s web di Fede Alvarez, nuovo capitolo della saga Millennium che vede Claire Foy nei panni della hacker Lisbeth Salander. Intervistata sul suo nuovo personaggio e sulle sue vesti da supereroina moderna, l’interprete di The Crown ha dichiarato: “Non l’ho mai vista come un supereroe. Se la tagli sanguina! Nel suo personaggio ho sempre ammirato la volontà di sopravvivere. Lisbeth Salander ha fiducia in se stessa, ha la volontà di farcela”.

Si è poi iniziato a parlare di premi importanti per alcuni dei film presentati alla Festa del Cinema. Primo fra tutti: Green Book di Peter Farrelly, con un Viggo Mortensen a detta di molti già in odore di Oscar. Grande plauso anche per Timothée Chalamet in Beautiful Boy di Felix Van Groeningen, che fa risplendere ancora di più la giovane stella dell’attore franco-statunitense dopo il successo di Chiamami con il tuo nome di Luca Guadagnino.

Attesissimo inoltre il nostrano Notti magiche di Paolo Virzì, film di chiusura della Festa. Ambientata nella notte della sconfitta dell’Italia ai rigori con l’Argentina durante i Mondiali del ’90, la commedia di Virzì vede protagonisti tre aspiranti sceneggiatori alle prese con un omicidio misterioso. Il regista livornese fa cinema omaggiando il cinema, dunque, ma getta anche uno sguardo ironico sul passato della Settima Arte. “Un film per uccidere i padri? – ha detto Virzì – Più che altro per trattarli con l’irriverenza che loro stessi ci hanno insegnato!

Temi forti nell’America contemporanea

A rappresentare la parte politica della Festa del Cinema è stato prima di tutti Michael Moore, autore noto per i suoi documentari di denuncia sulle contraddizioni degli USA. Il tema del suo ultimo lavoro, Fahrenheit 11/9, non poteva che essere uno: Donald Trump, figura predominante di un movimento che ha riportato i Repubblicani al potere il 9 novembre (l’11/9 del titolo) 2016 e che Moore affronta con il suo solito piglio sardonico ma consapevole.

Sono poi anche altri i temi caldi che fanno palpitare il cinema d’Oltreoceano. Uno su tutti: il terrore delle famiglie puritane statunitensi per i figli omosessuali. Sono stati infatti due i film ad affrontare il percorso “rieducativo” imposto ai ragazzi gay: La diseducazione di Cameron Post di Desiree Akhavan, con una Chloë Moretz in stato di grazia, e Boy Erased di Joel Edgerton. Due film concentrati sul denunciare l’assurda volontà di normalizzare qualcosa che anormale non è, con conseguenze drammatiche sia per i figli che per le famiglie.

Contenuti intensi per i film premiati

A vincere il Premio del Pubblico Bnl di questa edizione è stato un film tutto italiano: Il vizio della speranza del napoletano Edoardo De Angelis. Una storia dura di prostituzione e traumi, ma anche di voglia di vivere e di rivincita.

Temi tutt’altro che leggeri anche per Jelly Fish di James Gardner, il film vincitore della 16/a edizione di Alice nella città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata alle nuove generazioni. Il film racconta la storia della 15enne Sarah, che tiene insieme una famiglia disastrata prendendosi responsabilità che sarebbero troppo grandi anche per un adulto.

I giovani giurati di Alice nella città hanno poi conferito la Menzione Speciale a Ben is Back di Peter Hedges con Julia Roberts, film che tocca argomenti come la tossicodipendenza e l’alcolismo. Il premio come migliore attore è andato a Thomas Blanchard, protagonista di The elephant and the butterfly di Amelie Van Elmbt, storia dolce di un padre che si riscopre tale dopo anni di abbandono. Il premio Giuria Opera prima è stato invece conferito a The Harvesters di Etienne Kallos, mentre il Premio Roma Lazio Film Commission è andato allo zombie movie all’italiana Go Home di Luna Gualano.

Un lampo di leggerezza si intravede infine con il vincitore del concorso internazionale cortometraggi: Beauty di Nicola Abbatangelo, corto musicale sull’invenzione dei colori. A testimoniare che la Festa del Cinema di Roma ha ancora voglia di far sognare.

 

di Martina Faralli

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