Inizia tutto con una strana conversazione in una libreria di Brookling sulla via del fallimento: Murray (Woody Allen) racconta al suo amico fiorista Fioravante (John Turturro) che la sua dermatologa sta cercando qualcuno per un ménage à trois.
Ed è così che due amici in procinto della bancarotta decidono di sbarcare il lunario riconoscendo il potenziale finanziario di questa proposta.
Mentre all’inizio Fioravante è esitante nell’accettare di diventare il “protetto” di Bongo (pseudonimo di Murray), si rende però conto di avere un disperato bisogno di denaro e si trasforma in un amante dolce, sorprendentemente sensuale e a pagamento.
Porta fiori a tutti i suoi appuntamenti; si muove timidamente in questo nuovo campo a lui sconosciuto arrivando a toccare l’intimo delle donne che lo chiamano: prima la dottoressa Parker (una Sharon Stone alla riscoperta del sesso come bisogno di attenzione e affetto) e poi la sua amica Selima (niente meno che Sofia Vergara).
Nel frattempo Murray ci sta prendendo la mano nella sua nuova veste di procuratore e fa incontrare Virgil, nome d’arte di Fioravante, con Avigal (Vanessa Paradis), la vedova di un rabbino della comunità chassidica, con cui si era sposata molto giovane.
Dopo vent’anni nel ruolo di buona moglie, con sei figli a carico e con ricordi che non spaziano oltre lo stretto orizzonte della comunità, Avigal è alla ricerca di nuove esperienze. Incuriosita dalla proposta di Murray, si lascia convincere.
L’incontro con Fioravante sveglia in lei qualcosa di sconosciuto e sopito, e fa nascere nel gigolò un sentimento inaspettato.
Gigolò per caso, nelle sale da giovedì 17 aprile, diretto da John Turturro e interpretato magistralmente da Woody Allen, unisce un’accoppiata “comica” strepitosa che gioca sul filo dell’ironia, tra il sorprendente romanticismo di un amante a pagamento e la capacità di arrangiarsi in una New York che sembra quella ritratta da Allen 40 anni fa.
di (Francesca Capitelli)
