Gioele Dix porta in scena un monologo sui primi quattro capitoli dell’Odissea
“Vorrei essere figlio di un uomo felice” torna a Milano nelle sale del Teatro Franco Parenti, dal 26 Novembre al 1 Dicembre 2019, per la regia e l’interpretazione di Gioele Dix, che porta in scena un monologo sui primi quattro capitoli dell’Odissea di Omero: la Telemachia.
“Vorrei essere figlio di uomo felice” sono le parole di un ragazzo un po’ disorientato ma coraggioso: Telemaco, figlio di Ulisse, decide di intraprendere un viaggio alla ricerca del padre, spinto dalla convinzione che “solo i padri possono essere letteralmente ingombranti per la loro assenza”.
Il figlio, come il padre, affronta diverse vicende, attraversa mari e terre in un percorso non solo fisico ma di crescita personale e di presa coscienza di sé, aiutato dalla dea Atena. È attraverso questa impresa che il figlio cessa di essere tale per esplorare le possibilità della sua vita e percorrere la propria strada.
Dall’epica alla commedia
Il monologo del celebre comico è una personale reinterpretazione che ruota intorno alla paternità, sia essa ignorata o perduta, cercata o ritrovata. Con la sua affilata ironia, Gioele Dix fonde l’epica greca a episodi biografici e ad altre citazioni personali per affermare il comune destino dei figli: la lotta individuale per meritare l’amore e l’eredità dei padri.
Nella messa in scena i registri si scalzano l’un l’altro; dall’ironia, ai commenti e alle riletture comiche di alcuni passi del capolavoro per sdrammatizzare e dare un tono leggero e dinamico, alla prosa, senza ancorarsi totalmente alla maestosità dell’epica greca, facendola riemergere dalle profondità del tempo per riportarla nella contemporaneità con ampi respiri antichi.
Gioele Dix passeggia nel mondo antico trovando spunti e riverberi contemporanei, passando da un registro alto ad uno basso, con un’ironia e una comicità atte a farci riflettere sui grandi temi della vita antica come di quella contemporanea. Ricordandoci che le grandi questioni della vita saranno sempre attuali.
di Giulia Garattini