Una storia apparentemente semplice, che merita però qualche riflessione più complessa e profonda. Un film che parla delle prime volte, delle prime esperienze sessuali di ogni individuo. In concreto, tre adolescenti dinamiche e festaiole decidono di recarsi in Grecia per una vacanza all’insegna di feste, alcol, musica, discoteche, sesso e tanto divertimento. Una gioia solamente apparente, superficiale, che cela in realtà disagi, paure, desideri non soddisfatti. Dal divertimento, dal chiasso delle discoteche, della vita mondana si passa al silenzio, a tutto ciò che non viene detto ma che traspare dagli sguardi, dalle emozioni.
Lo svago lascia il posto a temi più profondi, come l’importanza del consenso in un rapporto, che rischia di diventare abuso nel momento in cui non viene rispettato il punto di vista dell’altra persona, nonché le sue emozioni e il suo linguaggio del corpo. Diventa essenziale saper ascoltare, cercare di capire l’altro nei suoi silenzi. Tutto questo è riscontrabile nel personaggio di Tara, una ragazza che sembra essere quasi intrappolata in se stessa, disillusa, vittima di un sesso a cui non ha saputo dire di no. Il film riflette sulle difficoltà dell’età adolescenziale, sul passaggio tra infanzia ed età adulta e sulla difficoltà di esprimere la propria identità, le proprie emozioni in questa età di estrema confusione.