La vicenda raccontata è una delle più celebri della storia del teatro, e come tutti i grandi classici non passa mai di moda: l’amore contrastato di Romeo e Giulietta narrato da Shakespeare ha ispirato, emozionato e fatto innamorare milioni di spettatori e per questo continua a essere presente non solo nelle sale cinematografiche (lo dimostra il nuovo West Side Story di Spielberg uscito nel 2021) ma anche nelle sale teatrali.
Per la prima volta nella storia della Scala dirige un’italiana: Vincenza Scappucci
La “versione dei fatti” raccontata da Bellini, come si può ben capire dal titolo, più che sull’amore si concentra sul contrasto tra le due famiglie. A dirigere l’orchestra sarà un’italiana (per la prima volta nella storia del più importante teatro milanese) Speranza Scappucci, subentrata in corso d’opera al direttore torinese Evelino Pidò. La Scappucci, che ha lavorato nei teatri di tutto il mondo, descrive la pièce come «un’opera in cui già c’è molto del Bellini dei “Puritani”, ricca di melodie che arrivano dritte al cuore, e con un finale sbalorditivo in cui tutto passa per la parola e gli accenti».
Tante novità e un finale sconcertante
Ma I Capuleti e i Montecchi, in scena fino al 2 febbraio, porta con sé un’altra novità: infatti, proprio in quest’occasione, il regista Adrian Noble, per tredici anni direttore della Royal Shakespeare Company e acclamatissimo interprete delle opere del Poeta Inglese per eccellenza, farà il suo primissimo debutto alla Scala di Milano. A interpretare i personaggi del dramma saranno alcune delle più acclamate voci belliniane del nostro tempo, come Marianne Crebassa (Romeo) e Michele Pertusi (Lorenzo).
Questa tragedia lirica in due atti, che non veniva rappresentata al Piermarini dal lontano ’87, porta con sé tantissime novità che ben si sposano con il finale di questa sesta opera di Bellini, che tanto sconcertò i contemporanei e che, invece, viene tanto apprezzato ai giorni nostri.
di Alessandra Baio