Una messa in scena di coraggio e grande umanità
Il filo conduttore dell’opera è la riflessione sul male, sull’atrocità delle azioni naziste compiute contro il popolo ebraico. Un Remo Girone protagonista, che interpreta Simon Wiesenthal simulandone l’essenza e la forte personalità. Un teatro tutt’altro che frivolo e divertente, piuttosto un’opera che fa riflettere e che in qualche modo diventa testimonianza concreta di un passato cruento, sofferto e crudele.
La memoria deve rimanere sempre viva, vigile, i ricordi devono dare la prova di ciò che è capitato in passato. Simon Wiesenthal vuole giustizia, vuole un mondo leale, corretto, ci invita non tanto a spaventarci quanto più a riflettere su come cambiare il mondo, la politica, e su quanto sia importante intervenire in anticipo per far sì che le cose brutte non accadano più. La vendetta è inutile, non rivoluziona il mondo in meglio, ma la giustizia sì, può farlo.
Qualche nota su Simon Wiesenthal
Un ebreo austriaco di origini polacche che venne catturato e poi mandato nei campi di concentramento. Simon riuscì a sfuggire a varie esecuzioni nei diversi campi dove venne internato. Finalmente, con la Liberazione e la fine della Guerra, iniziò a documentare e raccontare i crimini e le azioni crudeli dell’Olocausto riuscendo poi a consegnare più di mille nazisti alla polizia. Una testimonianza concreta, commovente e reale di una realtà che non è poi così distante da noi.