“Il colibrì” di Francesca Archibugi sarà il film di apertura del Festival del Cinema di Roma. La pellicola, tratta dal romanzo del premio Strega 2020 Sandro Veronesi, illuminerà le sale italiane dal 14 Ottobre. Il trailer del film già promette forti emozioni. Da sfondo, la colonna sonora Caro amore lontanissimo, una canzone inedita del cantautore Sergio Endrigo: un capolavoro ritrovato e reinterpretato dal giovane Marco Mengoni.
Il protagonista è Marco Carrera – interpretato dall’incredibile Pierfrancesco Favino – un normalissimo oculista che conduce una vita apparentemente basica, comune. Marco, in realtà, è l’eroe dei nostri tempi. Capace di affrontare i vari colpi della vita come un matrimonio sgretolato, la morte dei genitori e il suicidio della sorella, il rapporto difficile con la figlia Adele che si prepara a diventare madre. La sua storia è un concentrato di amore, illusione, dolore, frustrazione ed immensa gioia che si intreccia con altri percorsi raccontati da un cast eccezionale. Kasia Smutniak, Bérénice Bejo, Nanni Moretti, Laura Morante, Benedetta Porcaroli, Massimo Ceccherini, Alessandro Tedeschi sono i grandi nomi che rendono questo film degno del libro che c’è dietro.
Le riprese del film si sono svolte tra Roma, Parigi, Firenze e la costa toscana. Seguendo la trama originale del libro di Veronesi, Il colibrì racconta la storia di Marco grazie alla forza dei ricordi. Sono proprio questi continui flashback che ci permettono di saltare da un periodo a un altro: la storia d’amore mai consumata con Luisa Lattes, la vita coniugale infelice con Marina; la psicoanalisi con il dottor Daniele Carradori, che lo aiuta ad accettare le sofferenze e a superarle. Questi sono solo alcuni dei frammenti esistenziali che Marco Carrera ci svela, raccontandoci una storia di resistenza che, come anticipato, non è altro che vita vissuta.
Di fronte a tutti questi problemi Marco potrebbe arrendersi, ma sceglie di non farlo e trova ogni giorno la forza per compiere un passo in avanti. Proprio come un colibrì che mette tutta la sua energia nello sbattere le ali per restare fermo nello stessopunto, così Marco riesce a fermarsi nel tempo e nel mondo recuperando i suoi ricordi e aggrappandosi ad essi per riuscire a camminare. Proprio come un colibrì Marco Carrera vola all’indietro, si serve dei propri ricordi per riannodare la vita perduta, le occasioni perse e quelle mancate, per ritrovare tutte le emozioni che, alla fine, formano la nostra identità e ci rendono ciò che siamo.