Sapete chi è Phil Hellmuth? Il nome non è certo dei più comuni né tra i più facili da ricordare, eppure ci sarebbero almeno due buoni motivi per conoscerlo. Il primo, e forse anche il principale, è quello legato al fatto che Hellmuth è tra i giocatori di poker che a livello mondiale hanno vinto di più in assoluto. Se non lo conoscete già allora è probabile che vi sarà capitato di vederlo all’interno di “The Grand”, pellicola dedicata al mondo dei casinò ma girato secondo una prospettiva assolutamente originale.
Il film è certamente particolare sia nella struttura sia nella narrazione dei fatti e, stranamente non è uno dei film più noti sul poker, anche se forse è uno di quelli meglio riusciti. Il binomio poker cinema, in realtà, rappresenta sempre una accoppiata vincente, e negli ultimi anni Hollywood sta realizzando sempre più film dedicati all’argomento.
Si sa che il cinema in parte segue le tendenze sociali e culturali e, in parte, contribuisce anche a crearle: nel caso del poker il cinema ha dovuto adeguarsi ad un fenomeno in continua crescita, ossia quello del gioco online. La nascita dei casino online e la possibilità di potersi cimentare con il poker online per esempio su siti come questo, ha determinato un’incredibile aumento dei giocatori. In passato, coloro che volevano giocare erano costretti a recarsi in qualche casino e, laddove la città di residenza ne fosse sprovvista, a spostarsi e a viaggiare per trovarne uno. Da diversi anni è tutto più semplice e chiunque può giocare restandosene comodamente a casa.
Il mondo del poker descritto in The Grand è alquanto particolare, e non ci si poteva aspettare nulla di diverso da Zak Penn che in molti conoscono in quanto ideatore di diversi film ispirati ai personaggi della Marvel. In questo caso però il regista ha voluto seguire un filone tutto suo e tutto originale in quanto ambientato sì tra i tavoli verdi dei casinò, ma privo di una sua struttura di base fissa come avviene all’interno degli altri film.
Il fatto che il copione di “The Grand” fosse lungo non più di 30 pagine fa capire che sia gli autori che il regista hanno voluto lasciare libertà ai protagonisti del cast (al cui interno ci sono attori professionisti ma anche pokeristi professionisti come il succitato Hellmuth).
In fondo ad un marasma di personaggi ne primeggia però uno assolutamente poco raccomandabile, un tale One Eyed Jack Faro: se se al tavolo verde i suoi bluff sono assolutamente poco credibili, lo sono ancor meno le sue promesse matrimoniali visto che lo stesso racconta di essersi sposato più di 70 volte.
Questo su One Eyed Jack Faro è solo uno scorcio su The Grand che però non vuole anticipare troppo ne rovinare la sorpresa su una commedia gradevole e fino ad oggi mai imitata.