Il “pulp” Macbeth di Andrea De Rosa

 

Per un regista creare uno spettacolo teatrale partendo da una propria idea è come tessere un tessuto composto da fili di colore diverso, strettamente intrecciati tra loro per creare un disegno unitario ed omogeneo. Così, egli deve tessere le varie trame, facendo risaltare la propria immagine del testo, e per farlo, invece di fili, ha a sua disposizione attori ed elementi scenografici, immagini e suoni.

E nel caso del Macbeth di Andrea De Rosa, il cast di attori a disposizione è di straordinaria qualità, dai protagonisti, Giuseppe Battiston e Frédérique Loliée, a tutti gli altri: Ivan Alovisio, Marco Vergani, Riccardo Lombardo, Stefano Scandaletti, Valentina Diana, Gennaro Di Colandrea. Camei che impreziosiscono e danno sapore allo spettacolo, come nel caso di Stefano Scaldaletti, che pur con poche battute è riuscito a disegnare perfettamente un possibile Malcolm, presentandoci un personaggio estremamente umano.

Nell’immaginario di De Rosa, Macbeth è un uomo moderno: può vivere tra di noi, in noi. E il filo conduttore di tutto lo spettacolo lo troviamo nelle figure delle tre streghe del testo shakespeariano, che qui sono tre bambolotti sempre presenti che osservano gli spettatori fin da quando entrano nella sala. Queste tre bambole riportano ad una sensazione familiare, dolce, ma allo stesso tempo inquietante, perturbante. Diventano incarnazione del male dentro l’uomo e la donna, tanto che l’attrice le infila sotto i suoi vestiti come se lady Macbeth fosse gravida, covando dentro di sé, piano piano, pensieri di ambizione e crudeltà al posto dei figli che la coppia non ha mai avuto.

Pensieri maligni, mai scissi però da una sorta di tenerezza materna, leggerezza e dolore. Le bambole sono dunque il seme che scatena tutte le azioni successive e rapidamente ci conducono fino alla fine in un succedersi incalzante, sempre in bilico tra ferocia e crisi di coscienza, immagini di profonda complicità di coppia, sventura e sangue, fino alla chiusura a sorpresa. Testimonianza del fatto che immaginare il potere è molto diverso dal viverlo realmente.

 

Lo spettacolo prosegue il suo tour nei seguenti teatri:

Pavia, teatro Fraschini, 1-3 febbraio 2013

Correggio, teatro Asioli, 5-6 febbraio 2013

Cesena, teatro Bonci, 7-10 febbraio 2013

Milano, teatro Strehler, 12 febbraio – 3 marzo 2013

Locarno, teatro di Locarno, 5-6 marzo 2013

Lonigo, Arteven, 7 marzo 2013

Mestre, teatro Toniolo, 8-10 marzo 2013

Cremona, teatro Ponchielli, 12-13 marzo 2013

Bologna, Arena del Sole, 14-17 marzo 2013

 

 

(di Monica Garavello)

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