Sul podio tra i film più emozionanti degli anni ’90 c’è senza dubbio Pretty Woman. Realizzato nel 1990 dal regista Garry Marshall con lo sceneggiatore Jonathan F. Lawton, la colonna sonora, non da meno, è un mix di canzoni pop e romantiche, scritte dai compositori Bryan Adams e Jim Vallance, con la famosissima canzone del 1964 “Oh, Pretty Woman” di Roy Orbison.
Nel 1991 la mitica Julia Roberts riceve il Golden Globe come migliore attrice in un film commedia o musicale. Insieme a lei recita Richard Gere per raccontarci la coinvolgente storia d’amore di Vivian ed Edward.
Per la prima volta nel 2018, sul palco di Broadway a New York, Pretty Woman ha celebrato la sua prima mondiale esaurendo tutti i posti a sedere. A Londra e Amburgo è stato sospeso, purtroppo, a causa della pandemia, ma da luglio 2021 è tornato sul palcoscenico del West End, e andrà in scena fino al 2022. Il Teatro Nazionale CheBanca! ha l’onore di ospitare il musical da martedì 28 settembre 2021 fino all’8 gennaio 2022.
Pensato nel 1990, ma adatto al 2021
Lo spettacolo prevede come protagonista la musica anni ’80. Suona dal vivo la band di 6 elementi in stile pop/rock. Come le melodie, anche le ambientazioni sono fedeli e tipiche degli anni ‘80/’90.
Le molteplici tematiche catturano il pubblico senza che se ne accorga, facendolo riflettere su argomenti estremamente attuali. Apparentemente la storia d’amore tra i due protagonisti potrebbe sembrare l’unico focus del racconto. I temi però sono molti più di quelli che ci si aspetta. L’amore non è privo di misteri e contraddizioni.
I due protagonisti rappresentano due mondi completamente diversi e lontani, o almeno così potrebbe sembrare. La personalità di Vivian accende a chiunque la voglia di riscatto, di sorprendere e trasformare la propria vita, senza lasciarsi abbattere.
Una storia travolgente
Dopo una notte d’amore, Edward Lewis (Thomas Santu), un ricco uomo d’affari, rimane folgorato dalla giovane Vivian Ward (Beatrice Baldaccini), tanto da chiederle di spacciarsi per sua compagna nel corso della sua permanenza di una settimana nella città di Beverly Hills.
L’amico del protagonista, Philip Stuckey (Gabriele Foschi), gli consiglia di portare la ragazza a un’importante cena, così da fare bella figura accompagnato insieme alla “sua” dama.
Vivian riceve soldi per comprarsi abiti lussuosi a cui non era mai stata abituata. La realtà sociale che incontra la giovane non è sempre quella che ci si aspetta. Talvolta le persone sono legate alle apparenze e cambiano comportamento (pre)giudicando dall’esterno. Vivian vivrà molte esperienze che le faranno capire molti aspetti della vita e di un mondo che prima di allora le era estraneo.
Due mondi socialmente opposti
A Edward, nato da una buona famiglia, abituato al lusso, non gli è mai mancato niente. Vivian proviene da un quartiere squallido, ha una vita più povera materialmente, ma l’orgoglio, la fierezza e la sua umanità la rendono ricca.
I due protagonisti si incontrano, come per destino, e da quel momento la loro vita sociale opposta si completa come per magia. Andando oltre allo stato sociale si può vivere una vita piena, libera e soddisfacente emotivamente.
“Non sono i vestiti, è quello che c’è dentro di te” dice Vivian. L’insegnamento che si trae è quello di andare oltre le apparenze, conoscendo una persona per quello che è al suo interno.
Il sogno, accompagnato da determinazione e speranza, guida il nostro destino, e sono proprio le nostre scelte che ci fanno prendere la giusta direzione. I sogni possono darci uno scopo, qualcosa per cui lottare. Non accontentarti, non arrenderti, osa fare quel passo e mantieni vivo il fuoco nel tuo cuore.
Un aspetto molto importante della storia è la voglia di riscattare il valore associato alle donne. La protagonista è forte, determinata e crede in sé. “Sono così stanca di lasciare che tutti, tranne me, definiscano il valore di una donna”, afferma.
Lo spettacolo stimola il pubblico a essere forte, a non temere i giudizi altrui, ma di andare oltre e non lasciare che questi schiaccino la propria personalità.
di Margherita Sala