La trama
Vera, una bambina di undici anni, scompare senza lasciare traccia. Due anni dopo ritorna, ma invece di essere adolescente è una giovane donna. Non ricorda niente. I genitori sono sconvolti, però l’esame del DNA conferma che è davvero lei. Quando i ricordi riaffiorano alla memoria, Vera capisce di aver vissuto la vita di un uomo cileno, clinicamente morto, che dall’altra parte del mondo si era risvegliato nello stesso istante in cui lei era svanita nel nulla.
Io sono Vera è un’opera potente, che intreccia fantasy e sentimenti, ignoto e iperrealismo, in un viaggio tra Liguria e Cile. Abbiamo avuto la possibilità di poterne parlare direttamente con il regista Beniamino Catena e con gli interpreti del film, Anita Caprioli, Marta Gastini e Davide Iacopini.
L’idea nasce dalla volontà di tentare di affrontare uno dei temi più antichi, più importanti e dibattuti nella storia dell’uomo: cosa c’è oltre la vita. Il regista di Io Sono Vera ci racconta come il film «più che cercare di dare delle risposte, pone delle domande importanti e le risposte deve cercarle chi guarda il film abbandonandosi alla narrazione. Sono risposte interiori, che non si possono dare così facilmente. Vera è il percorso che porta a farti conoscere che un altrove ci può essere e può esistere, forse dentro di noi. Lo scopriamo nelle stelle, guardandoci dentro. Sono contento di quello che siamo riusciti a raccontare. E questo vuoto che si crede che esista, tra vita e morte, senti che è pieno alla fine del film, che non divide, che unisce ed è un continuum».
I personaggi del film sono personaggi impegnativi, che guidano lo spettatore all’interno della narrazione stessa per portalo a interrogarsi su ciò che sta vivendo in quel momento. Davide Iacopini racconta di come ha deciso di fare un percorso di solitudine, quasi eremitico, per interpretare il ruolo di Claudio, perché simile a quello che Claudio vive nella storia. «Credo sia stato proprio questo ad aiutarmi nell’interpretazione. In questo caso il viaggio di Claudio è un viaggio solitario fino all’ultima parte, dove invece le cose cambiano…Anche lui cerca delle risposte e in parte le trova».
Può capitare di incontrare delle difficoltà nell’interpretare ruoli che richiedono una forte partecipazione emotiva, come nel caso di Vera, la protagonista del film, interpretata da Marta Gastini. Ecco come Marta ci ha spiegato che «c’è sempre una difficoltà nell’affrontare un lavoro. Il personaggio di Vera è complicato perché porta con sé diversi ruoli, diversi aspetti: la bambina, l’essere alieno, la donna, la figlia, l’amica…È un personaggio che pone tante domande e il rischio era non dare alcuna risposta e perciò lasciare un personaggio che potesse risultare troppo ambiguo. Questo è stato difficile per me: cercare di mettere dei punti fermi nell’interpretare Vera. Ciò che invece è stato più semplice nell’interpretare il ruolo è stata la scelta che abbiamo fatto con gli attori e con il regista, di dimenticarci dell’aspetto magico, sentirlo vicino, ma non focalizzarci su quello, quindi portare tutto al centro, alla verità delle relazioni».
Anita Caprioli ci racconta invece di come tutto influenzi il set e come tutto al tempo stesso sia collegato, amalgamato e non rigidamente definito. «Finito il set si chiude un capitolo e c’è un altro aspetto della vita, ma tutto è molto fluido e non c’è una porta che si chiude per aprirne un’altra».
È molto bello quando un film ci porta a scoprire aspetti della nostra interiorità rimasti nascosti fino a quel momento, quando un film ci rimane dentro, creando un parallelismo, una continuità fluida tra la nostra vita e la narrazione, o quando lascia aperta la possibilità di leggere quello che più si desidera e che più è giusto leggere per noi, in quanto spettatori. Io sono Vera è questo e tanto altro. E vi aspetta nelle sale dal 17 febbraio 2022.
Un ringraziamento speciale a Beniamino Catena, Davide Iacopini, Marta Gastini e Anita Caprioli per la disponibilità, la professionalità e la gentilezza.