Le Mans ’66, La Grande Sfida recita la locandina italiana del film americano Ford V Ferrari, in uscita nelle sale italiane il 14 Novembre con un cast pluripremiato da blockbuster americano, tra cui i colossi Matt Damon e Christian Bale. Il regista candidato agli Academy Awards, James Mangold, reinterpreta le vicende che cambiarono la storia del Campionato del Mondo di Endurance: La 24 ore di Le Mans del 1966.
Ford V Ferrari o Davide V Golia?
Le Mans ’66, La Grande Sfida è una pellicola che reinterpreta la rivalità storica delle case automobilistiche Ford e Ferrari in chiave biografica e personale, ispirandosi alla vera storia di un’intensa e turbolenta amicizia tra i due protagonisti, Shelby e Miles.
Carroll Shelby, interpretato da Matt Damon, dopo aver raggiunto l’apice della sua carriera vincendo la 24 Ore di Le Mans nel 1959, è costretto ad abbandonare le corse a causa di una patologia cardiaca. Da questa sconfitta riesce a reinventare la sua vita componendo un team di ingegneri e meccanici, tra cui il pilota e ingegnere Ken Miles (Christian Bale), e in seguito vennero ingaggiati dalla Ford per compiere l’impossibile. La storia si concentra su questi uomini che cercarono a tutti i costi di raggiungere l’eccellenza, riuscendo nella titanica impresa di creare un’automobile in grado di sconfiggere il grande Golia delle corse automobilistiche: la Ferrari.
La turbolenta amicizia tra Shelby e Miles
Shelby risoluto ma affabile, Miles suscettibile e imperante; ciò che li unisce è la passione per l’innovazione e il profondo amore per le cose. Hanno entrambi la brama di eccellere, anche se ciò significa metter in gioco la propria vita ogni volta che sono al volante. I due si capiscono a un livello più profondo, vivono in un rapporto simbiotico: quando uno si tira indietro, l’altro subentra al suo posto.
Le Mans ‘66 è la storia di un gruppo di uomini anticonvenzionali che sfondano i limiti grazie alla pura inventiva, alla determinazione e alla forza di volontà. “È una storia classica che contrappone l’uomo alla macchina, l’uomo all’uomo, l’uomo a sé stesso. Tocca diversi elementi tipici dei film sullo sport ma, al tempo stesso, le vicende narrate sono davvero singolari”, afferma il regista James Mangold.
Vincere o perdere la vita
La personale sfida del regista in Le Mans ’66, La Grande Sfida, è stata quella di ripercorrere la storia provando a trasmettere al pubblico la passione, il cameratismo e l’energia dei piloti, dei progettisti, dei meccanici e dei tecnici, ma senza cadere nel cliché della vittoria nella corsa. “Pensavo che se fossimo riusciti ad approfondire questi personaggi unici, vincere o perdere la gara avrebbe avuto un’importanza secondaria rispetto al vincere o perdere la vita”. (J. Mangold)
Per il regista era fondamentale adottare un approccio realistico alle scene d’azione, non solo per delineare con maggiore accuratezza gli anni ’60, ma anche per aiutare gli spettatori a capire ciò che i piloti provavano quando spingevano sé stessi e le loro vetture fino al limite. “I piloti sfrecciano in un sottile abitacolo di alluminio a oltre 300 chilometri orari lungo il circuito. La loro audacia e la sopravvivenza in queste circostanze sono il miracolo che volevo riuscire a trasmettere”.
di Giulia Garattini