Amanti dei colossal di guerra? Non fa per voi ! Questo è un film per chi ama la storia, l’arte e il tipico humor hollywoodiano.
Ambientare un film nella Seconda Guerra Mondiale, come ricorda George Clooney nella sua intervista, è una passione che la grande macchina del cinema americano coltiva fin da sempre. Abbiamo riso con il cinismo e i dialoghi sopra le righe di “Bastardi senza gloria” e pianto con il fantastico “ La sottile linea rossa”, ma il film presentato a Milano nel salone del lussuoso albergo Principe di Savoia Lunedì 11 febbraio da George Clooney e i suoi “discepoli” non ha nulla a che fare con nessuno di quelli visti precedentemente. Infatti il famoso e fascinoso attore, regista e co-sceneggiatore di “ Monuments Men” non voleva fare un film che fosse cinico, ma umano, accessibile, spiritoso, che non volesse imporsi come una lezione di storia dell’arte ma che riuscisse a raggiungere tutti, grandi e piccini.
Clooney ha dimostrato fin da subito di essere un regista interessante, ma in una sorta di prequel alla famosa serie Oceans 11, il nuovo film che arriverà nelle nostre sale Giovedì 13 Febbraio, il brillante George ha fatto un disastro, ha dato origine ad un lavoro imperfetto in cui avrebbe voluto pigiare ogni tasto del drammatico pianoforte della guerra generando invece quello che a prima vista sembra un allegro ritorno ai film retrò che perde rapidamente il vapore, a causa della mancanza di tessuto connettivo.
La pellicola, ispirandosi al libro di Robert M.Edsel, racconta di Frank Stokes ( Clooney) il quale convince il presidente degli stati uniti che salvare i tesori d’arte d’Europa, saccheggiati dai nazisti, dovrebbe essere una priorità per gli alleati. Dopo aver ottenuto il permesso, egli organizza uno strano plotone di esperti d’arte per intraprendere la missione, un gruppo di accademici e professionisti ( curatori di musei, scultori, architetti). Questo gruppo è interpretato da Damon, Goodman, Dujardin, Bonneville, Murray e Balaban, quest’ultimi sempre uniti per dare vita ad un costante duo comico.
Il talentuoso George ha riunito attorno a se anche questa volta un cast di prim’ordine che comprende anche la meravigliosa Cate Blanchett che interpreta una gallerista d’arte che ha informazioni molto preziose sul piano dei nazisti. Tutti calzano bene nei loro ruoli, e la materia del film è tra le più prelibate, caratteristiche che non potevano che far sperare in una delizia da oscar, ma il carattere disarticolato del film e la sua capacità di generare suspense molto carente, ha fatto si che anche la storia più brillante perdesse la sua naturale lucentezza.
Una storia che suona come una premessa intrigante si rivela essere un film tiepido che mai del tutto prende vita, nonostante i molti talenti a bordo. Non sarà che Clooney ha giocato troppo la carta del regista-burattinaio e ha impedito loro di slanciarsi in virtuosismi di prim’ordine?
Ciò che più ci interessa sapere però è “ riuscirà il plotone composto da sette persone che si definiscono I Monuments Men in questa originale Mission Impossible? Non ci resta che scoprirlo andando al cinema muniti di voglia di ridere e riflettere, ma senza troppe pretese. In fondo è stato proprio uno degli attori, il simpaticissimo Bill Murray a dire durante la Premier di Lunedì : “non aspettatevi un film d’arte, ma un film che Parla di arte“.
La cosa meravigliosa del film è che ci riesce a trasmettere l’importanza dell’arte senza essere predicatorio. Quando una cultura perde la sua arte perde la sua storia e Clooney ci insegna che non sarebbe male ricordarlo all’umanità di tanto in tanto.
Nel momento in cui più di 60 milioni di persone sono in procinto di perdere la vita, può la conservazione delle opere d’arte essere una priorità?
di (Giulia Betti)