Nessuno è innocente è il nuovo cortometraggio di Toni D’Angelo con protagonista Salvatore Esposito, già noto nel ruolo di Genny Savastano in Gomorra. Questa breve pellicola è stata presentata mercoledì 29 agosto in occasione dell’apertura della SIC 2018, la Settimana Internazionale della Critica, sezione autonoma e parallela della 75esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Ermanno, il protagonista, vive di luoghi comuni su Napoli e Scampia. Tra questi si annoverano infatti i più popolari che descrivono la zona come una sorta d’Inferno dantesco dominato principalmente da sparatorie, omicidi e spaccio di droga. A Scampia però ci sono persone comuni, gente per bene che non fa notizia. Una volta giunto a Napoli per la firma di un contratto d’appalto che darà una svolta alla sua carriera, Ermanno dovrà purtroppo fare i conti con la realtà: il luogo dell’incontro è proprio un capannone nel più noto quartiere malfamato della città.
Secondo il regista Toni D’Angelo questo cortometraggio è nato con l’unico scopo di aprire gli occhi al pubblico su una realtà che spesso i media rappresentano in maniera sbagliata, o meglio, stereotipata. “Siamo ormai tartassati da notizie di cronaca nera sia su Napoli che Scampia. I media ne danno un’immagine a senso unico: se entri a Scampia rischi la vita. Ci entri e non sai se ne esci vivo. Le serie TV di successo, i romanzi, i programmi di politica sociale…tutti ne parlano. In confronto l’Inferno di Dante non è niente. Sparatorie, assassini, spaccio di droga. Solo questo fa notizia e solo questo arriva alla gente comune, che vede ormai questa zona alla stregua delle Favelas di Rio.”
Nessuno è innocente cerca proprio di superare questi luoghi comuni e di raccontare una realtà completamente diversa dai media tradizionali. Dopotutto a Scampia ci sono persone meravigliose, gente per bene di cui nessuno sa dell’esistenza. Lo stesso Ermanno, condizionato dalle notizie di cronaca nera, vive questa opportunità lavorativa in maniera completamente distorta. Ogni movimento o rumore, ma anche un semplice gesto di cortesia, viene percepito da lui in maniera completamente minacciosa e pericolosa.
di Silvia Barbieri