Disponibile su Netflix dal 9 aprile 2025, questo titolo è già destinato a far discutere, sollevando interrogativi urgenti sul fenomeno dei kidfluencer — giovanissimi creatori di contenuti diventati celebrità online ancor prima dell’adolescenza.
Tra i protagonisti della miniserie investigativa diretta da Jenna Rosher e Kief Davidson, spicca la controversa storia di Piper Rockelle, star di YouTube da milioni di follower e punto di riferimento di un collettivo noto come The Squad. Apparentemente un gruppo di amici che si divertono a fare video insieme, la realtà raccontata da ex membri e famiglie coinvolte ha tinte ben più oscure.
Bad Influence è un viaggio inquietante dietro le quinte di un settore in cui la fama precoce si intreccia con dinamiche familiari, business spietato e zone d’ombra della rete ancora poco regolamentate. In sole tre puntate, il documentario scava in profondità nei meccanismi che hanno trasformato un passatempo in un’industria da milioni di dollari — con conseguenze che nessun follower potrebbe immaginare.
La produzione, firmata Decoy Productions, non è solo uno spaccato sulla vita social dei minori, ma anche una riflessione più ampia su privacy, tutela e sul ruolo degli adulti in un mondo che premia la visibilità a ogni costo. È una di quelle storie che fanno crollare le apparenze, e ci ricordano che dietro ogni like potrebbe nascondersi molto di più. Che siate genitori, educatori, content creator o semplici curiosi del mondo digitale, Bad Influence è uno specchio che vale la pena guardare.