La Pasqua si avvicina e quest’anno anche il cinema è a tinte religiose.
Dal 10 aprile esce nelle sale italiane Noah, il kolossal biblico di Darren Aronofsky, regista tra gli altri de Il cigno nero e The Wrestler.
Sin da quando era un ragazzino, Aronofsky sognava di fare un film ispirato alla Bibbia e così è stato: la sua è una rivisitazione della figura di Noè, considerato dal regista “uno dei primi supereroi”, un uomo che grazie al suo coraggio e al suo carattere risoluto e tenace riesce a compiere il volere di Dio e a salvare la sua famiglia.
125 milioni di dollari per realizzare questo film-kolossal e infinite polemiche religiose e politiche che ancora oggi lo attanagliano: molti Paesi a predominanza musulmana hanno deciso di non proiettare il film nelle sale, principalmente perché l’Islam non permette la rappresentazione dei profeti del Corano; ma anche molti gruppi cristiani, specialmente statunitensi, osteggiano la visione della pellicola.
Il punto di vista di Aronofsky è fedele al suo stile cupo, intimista, che scava nell’Io più profondo: non un film positivo, ma che analizza tutti gli strati dell’Essere e ci propone un Noè inedito. Non il classico “uomo buono” ma un uomo reale, con pulsioni e sentimenti veri, che deve fronteggiare un compito apparentemente più grande di lui. A questo proposito, risulta azzeccata la scelta di Russell Crowe per interpretare il patriarca biblico, sia per l’imponente presenza scenica sia per il carattere e l’interpretazione forti e decisi dell’attore neozelandese.
Curiosa la sua campagna su Twitter dove ha invitato più volte il Papa a guardare il film e a ricevere lui e il regista in un’udienza privata. Desiderio che si è avverato in parte: Crowe e Aronofsky hanno partecipato ad un’udienza collettiva in Vaticano, risultato che dimostra quanto sia caparbio e tenace l’attore premio Oscar per Il Gladiatore.
Il cast annovera anche tra gli altri Jennifer Connelly nei panni della moglie Emzara; Anthony Hopkins in quelli di Matusalemme; Emma Watson, che interpreta Ila, figlia adottiva di Noè ed Emzara; mentre Logan Lerman è Cam, uno dei tre figli della coppia.
Scenografie spettacolari; scene girate tra i paesaggi selvaggi ed incontaminati dell’Islanda; l’Arca a forma rettangolare costruita realmente, con legno e bambù, a Long Island e che rispecchia le dimensioni esatte menzionate nel Libro Sacro; effetti speciali che ricostruiscono digitalmente non solo il Diluvio ma anche gli animali, non presenti in carne ed ossa per volere di Aronofsky; personaggi a tutto tondo che mettono in evidenza soprattutto il lato oscuro degli uomini, molte volte peggiori e non preferibili agli animali.
Tutto questo è Noah, un film nuovo, che promette di colpire gli spettatori e che si presenta come “fantascienza biblica”, adatta a credenti e non, che punta a far riflettere e a raccontare in modo inedito una delle storie più incredibili e fantastiche dell’Antico Testamento.
di (Benedetta Acri)