Aprile sarà un mese bollente: la Good Films distribuisce nelle sale cinematografiche italiane l’attesissimo e chiacchieratissimo film di Lars Von Trier, Nymphomaniac.
La pellicola, mostrata recentemente al festival di Berlino, uscirà nei cinema del Bel Paese divisa in due capitoli, vista la sua lunga durata: il Volume 1 verrà proiettato dal 3 aprile, mentre il Volume 2 dal 24.
Il maestro danese ripropone come protagonista la sua attrice-feticcio, Charlotte Gainsbourg, una ninfomane di nome Joe che dopo un’aggressione viene salvata da un uomo (Stellan Skarsgård), a cui racconta le sue avventure erotiche fino ai 50 anni. Il cast è stellare: oltre ai già citati attori, troviamo Shia LaBeouf, Jamie Bell, Connie Nielsen, Christian Slater, Uma Thurman, Willem Dafoe, Jean Marc Barr e Udo Kier.
Questo film non deve essere bollato come una semplice pellicola in cui varie persone fanno sesso: non è pornografia, si tratta di un vero e proprio melodramma che analizza e fa emergere l’essenza profonda dei personaggi e fa riferimento alla società contemporanea, a tratti vuota e cupa dal punto di vista esistenziale, dove l’amore diventa impossibile, non esiste.
Nymphomaniac è legato sotto molti aspetti ai precedenti film del regista danese, Antichrist (2009) e Melancholia (2010), in cui la depressione e l’abbandono inerme allo scorrere degli eventi la fanno da padroni.
Lars Von Trier, regista-esteta, utilizza come colonna sonora degli incontri esplicitamente sessuali dei personaggi (sono state utilizzate controfigure hard) le sonate di Bach, e le immortala con inquadrature poetiche e patinate.
A tratti lento, il film deve essere apprezzato soprattutto per le forti perle di moralità – non moralistiche, sottolineo – che permeano il racconto della protagonista Joe. Questa pellicola aspetta solo di essere vista ed apprezzata o detestata: il cinema di Lars Von Trier o si ama o si odia, senza mezze misure.
In ogni caso, scuote gli animi e lascia un segno indelebile nella mente dello spettatore.
di (Benedetta Acri)