Per le strade storiche di una Roma insolitamente cupa, un cavaliere mascherato in sella a un maxi scooter va in giro a rapinare banche e gioiellerie come se fosse un gioco. Non è Batman, né qualsiasi altro supereroe, ma una dama dagli occhi blu che salta su una moto sempre diversa e si trasforma in un’agile ladra. Dietro la Lupin romana si nasconde Valeria, una donna normale, quasi banale e insospettabile, ma che, inforcato il suo casco nero, non fa chiudere occhio al distretto di polizia della Capitale.
Il commissario Murena, cinico e ostinato, è tormentato dal ladro mascherato, così inarrivabile e astuto da spingerlo a chiedere aiuto al “Francese”, infallibile detective parigino, suo amico. Ritiratosi dalla scena dopo l’unico caso irrisolto della sua carriera, quello dell’assassinio della figlia, il Francese porta con sé un bagaglio di mistero e segreti, come ogni personaggio nella storia.
Teatro dei furti di Valeria, interpretata dalla stella italiana Valeria Golino, è una Città Eterna grigia, circondata dalle sue arterie quasi sempre intasate dal traffico, senza turisti e dai viali bui e desolati, probabilmente metafora dei cuori dei protagonisti. Il film esordio di Michela Cescon è un thriller ansiogeno e intrigante che cattura dal primo momento grazie alla scrittura avvincente e la fotografia materica da interrogatorio poliziesco.
L’esordio alla regia
Al 67esimo Taormina Film Fest, il 29 giugno, il primo film di Michela Cescon ha goduto del primo applauso del pubblico. Dall’8 luglio, gli amanti del poliziesco possono godere dell’esordio lodato dell’ex attrice sui grandi schermi italiani. Con una carriera ricca di premi e riconoscimenti, Cescon spera di meritare il plauso della critica anche per il suo lavoro dietro la macchina da presa. Accaparrandosi una protagonista luminosa come Valeria Golino e un contratto di co-produzione con la Francia, la regista riesce a realizzare il suo primo film, un tributo alla Polar francese degli anni ’40.
“Occhi Blu”, girato in Cinemascope per avere un’atmosfera noir e profonda, un po’ claustrofobica, unisce personaggi malinconici e romantici a una sceneggiatura essenziale, fatta di pochi dialoghi, scritta dalla stessa regista con Marco Lodoli e Heidrun Schleef. La Cescon ha curato ogni minimo dettaglio per emozionare e coinvolgere lo spettatore, dall’arredamento delle case, che raccontano anch’esse un po’ di storia, al sound design preciso e studiato.
“Occhi blu” è ciò di cui il cinema italiano ha bisogno per ravvivare i generi poco inesplorati come il noir poliziesco, rimasto alla sacralità intoccabile delle sitcom come “Montalbano”. Michela Cescon, che abbia successo o no, porterà sicuramente una ventata di freschezza.
di Annastella Versace